5 Nov 2025
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Bergamo, uffici pubblici al collasso

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Chiummo (Fp Cgil): “Ogni scrivania vuota è un pezzo di Stato che scompare. È ora di investire nel pubblico, nei diritti e nella democrazia dei servizi”

5 nov. 2025 – Aspettare a lungo in fila davanti a uno sportello o per una pratica non è colpa dell’inerzia del personale pubblico. A Bergamo, come in tante città, il problema è che gli uffici si stanno svuotando, e con loro i servizi che garantiscono diritti essenziali alle persone.

Lo spiega Leopoldo Chiummo, segretario della Fp Cgil Bergamo, con tre esempi che mostrano quanto profonda sia la crisi.

Alla Prefettura, la scopertura degli organici è del 38,5%: dovrebbero esserci 96 dipendenti, ma ne restano 59. E nel 2026, con altri quattro pensionamenti, la carenza salirà al 42,7%. “Si chiede di fare sempre di più con sempre meno personale, ma la coperta è finita da tempo – afferma Chiummo -. Le cittadine e i cittadini devono sapere che se un servizio non viene dato non è per mancanza di volontà, ma di risorse”.

Il Tribunale di Bergamo ha una carenza di personale oltre il 30%. Per smaltire gli arretrati, sono state assunte 62 persone precarie con i fondi del PNRR, ma i loro contratti a tempo determinato scadranno a giugno 2026. “E poi? Se verranno lasciate a casa, il sistema tornerà a collassare”, avverte il sindacalista.

Anche all’Inps la situazione non è migliore: tra il 2016 e il 2024 il personale è passato da 307 a 257 unità, un calo del 16,3%. “Per la precisione, 50 operatrici e operatori in meno – sottolinea Chiummo -. Molti chiedono il trasferimento per il costo della vita più alto rispetto ad altre province. E il risultato è misurabile: le domande di pensione liquidate entro due settimane sono scese dal 73% al 68%. Chi resta è schiacciato dal lavoro, chi aspetta si arrabbia, e il bersaglio diventa chi sta dietro allo sportello. Ma dietro il disservizio c’è una scelta politica: non investire più nel pubblico. Ogni scrivania vuota è un pezzo di Stato che scompare, e con essa si blocca la democrazia dei servizi”.

Una realtà che pesa sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori rimasti, e sui diritti di cittadinanza. “Situazione intollerabile, da cambiare – conclude Chiummo -. Come Fp Cgil continueremo a lottare perché il lavoro pubblico torni a essere una priorità del Paese”.