19 Nov 2025
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Comune di Cremona / La Fp Cgil non firma il contratto integrativo decentrato 2025

comune cremona sala consiliare

“Non possiamo mettere una firma solo di facciata”, afferma la segretaria Chiara Agosti, che inserisce l’opposizione della categoria nel quadro più ampio della mobilitazione per i servizi pubblici. E il 12 dicembre sarà sciopero generale con la Cgil, per contrastare una legge di bilancio che penalizza anche il lavoro pubblico

19 nov. 2025 – La Fp Cgil Cremona ha deciso di non sottoscrivere il contratto collettivo decentrato integrativo 2025 per i dipendenti del Comune capoluogo. Una scelta che la segretaria territoriale Chiara Agosti definisce “ragionata e responsabile”, presa pensando alle persone che “ogni giorno garantiscono i servizi fondamentali della nostra città, spesso in condizioni difficili e con risorse limitate”.

“Da questo tavolo negoziale, a differenza di quello con la Provincia, dove abbiamo firmato il decentrato, non sono arrivate risorse sufficienti per valorizzare i circa 600 lavoratori e lavoratrici dell’ente”, spiega Agosti.

Le istanze sindacali erano ben altre: “Abbiamo rivendicato un accordo che segnasse un vero investimento sul personale, un segnale concreto, non formale”. Di concreto, invece, c’è stato poco. Le risorse disponibili sono state sì impiegate, ma senza alcun impegno aggiuntivo da parte dell’amministrazione. In pratica, “il contratto integrativo proposto si è limitato a redistribuire il minimo, senza mettere sul piatto neanche un euro in più rispetto al passato”.

C’erano margini economici possibili?

“Sì, le somme aggiuntive, seppur esigue, previste dal Decreto PA. Somme che, certo, non bastano a recuperare anni di blocco contrattuale, ritardi, inflazione e stipendi erosi – ammette la sindacalista -. Ma proprio perché è l’unica possibilità oggi esistente per mettere almeno qualcosa in più nel fondo, ci aspettavamo che il Comune scegliesse di utilizzarla. Rinunciarvi ha significato perdere anche quel minimo margine disponibile per dare un segnale di attenzione alle lavoratrici e ai lavoratori. È stata un’occasione sprecata”.

Durante la trattativa, la Fp Cgil ha avanzato proposte, chiesto modifiche e indicato soluzioni per rendere l’accordo “più equo, utile e trasparente”, riferisce Agosti. Dall’altra parte, però, non c’è stata la disponibilità necessaria per costruire un’intesa positiva per il personale. “Firmare per firmare non ha senso, senza un vero riconoscimento delle lavoratrici e dei lavoratori. Non possiamo mettere una firma solo di facciata”.

Intanto, un’altra rotta è tracciata. La Cgil nazionale ha proclamato lo sciopero generale per il prossimo 12 dicembre per contrastare una legge di bilancio ritenuta sbagliata e ingiusta, e giudicata anche fortemente penalizzante per il lavoro pubblico e per i servizi ai cittadini. In altre parole, il Governo starebbe chiedendo alle lavoratrici e ai lavoratori pubblici nuovi sacrifici senza offrire nulla in cambio: nessun investimento per migliorare, sanità, enti locali, servizi, nessun serio piano di assunzioni.

Se da Roma arrivano meno risorse e attenzione per il pubblico impiego, nelle pubbliche amministrazioni del Paese ci si ritrova con fondi insufficienti, organici ridotti e contratti che faticano a garantire il potere d’acquisto. Agosti, del resto, ricorda che la Fp Cgil ha già detto no al recente contratto nazionale delle Funzioni Locali, “ritenendo inaccettabile un aumento retributivo del 6% a fronte di un’inflazione al 16%, un divario che significa perdere dieci punti in busta paga”, e che per questo le lavoratrici e i lavoratori saranno chiamati a votare sull’ipotesi contrattuale.

“La coerenza è di chi non firma accordi giudicati ingiusti a nessun livello: né in Comune né con il Governo. E proprio in nome di questa coerenza l’intera CGIL scenderà in piazza il 12 dicembre anche per il rilancio dei servizi pubblici -, incalza Agosti -. La dignità sul lavoro non è una voce di bilancio da tagliare, ma un bene comune da difendere a beneficio di tutta la collettività”.