Con il 95,83% dei consensi, prende il testimone di Gabriella Sierchio
28 nov. 2025 – Davide Farano, già segretario della Fp Cgil Varese, è stato eletto oggi dall’Assemblea Generale a guida della categoria provinciale, con il 95,83% dei consensi, al posto di Gabriella Sierchio.
Nativo di Jerago con Orago, 43 anni ancora per una settimana, papà e marito, fisioterapista con la passione per la letteratura fantasy o distopica, Farano si definisce “un ragazzo degli anni ‘80” e afferma di avere la Cgil nel suo cammino come destino.
“Già nel 2004, durante la discussione della tesi di fisioterapia, ringraziavo il coordinatore per avermi spiegato concretamente il significato di termini come sindacalismo e lotta di classe”, racconta.
Quando incontri la Cgil?
“Tra fine 2014 e inizio 2015. Sono andato in Camera del Lavoro, negli uffici della Fp Cgil, per via del fallimento della clinica privata La Quiete, dove lavoravo. Con gli immobili all’asta, gestita da un gruppo che non pagava, La Quiete chiuse definitivamente nel 2017. Sono andato in Funzione Pubblica per chiedere aiuto e ne sono uscito non solo come iscritto alla Cgil ma anche come delegato”, risponde Farano.
Perché hai scelto proprio la Cgil?
“La Cgil rappresenta valori che sento miei. A partire dalla dignità del lavoro che deve essere riconosciuta in modo uguale a ogni persona, dalla solidarietà, dall’attenzione ai problemi degli altri, dalla disponibilità a condividere e rinunciare a qualcosa di mio per chi vive una condizione più difficile e sta peggio, senza distinzioni di sorta. In sostanza, sono tutti valori antifascisti e democratici. Lo evidenzio, a maggior ragione sapendo che il nostro territorio esprime chiare matrici reazionarie, di estrema destra, e anche su questo versante, con tutta la Confederazione, dobbiamo mantenere sempre un’attenzione alta”.
Delegato e poi?
“Chiusa La Quiete, ho lavorato per un anno presso la Fondazione Raimondi di Gorla. Nel gennaio 2019 divento funzionario Fp Cgil, occupandomi di Sanità pubblica e privata, Terzo Settore e Vigili del fuoco. Entro in segreteria nel 2023, con l’elezione di Gabriella Sierchio a segretaria generale, e mi vengono assegnate le deleghe alla Sanità pubblica e privata, Vigili del Fuoco, comunicazione, previdenza, contrattazione sociale e territoriale, politiche per il welfare, i giovani, di genere, internazionali, per i migranti, per la legalità”.
Quali sono, con questo nuovo incarico, le tue priorità?
“Ho due macro priorità. La prima è rimarcare qual è l’identità della Cgil, che è qualcosa di più di un sindacato, nel senso che è un’organizzazione che tutela, attraverso la difesa delle lavoratrici e dei lavoratori, i diritti fondamentali di tutte le persone – evidenzia Farano -. La seconda, strettamente correlata, è aiutare le lavoratrici e i lavoratori a comprendere appieno la propria dignità professionale, che non è solo un diritto individuale ma il pilastro su cui si fonda la dignità della Costituzione italiana. Essere parte del lavoro significa esserne custodi attivi, portatori di una responsabilità civile e sociale fondamentale.
A livello territoriale – aggiunge -, un tema chiave deve essere quello di lavorare, attraverso la contrattazione di secondo livello e il piano vertenziale, per migliorare la conciliazione vita-lavoro e la qualità delle condizioni delle persone, anche con la finalità di migliorare i servizi pubblici erogati. Ciò significa affrontare questioni come la sicurezza, la flessibilità organizzativa e le condizioni economiche. È un’urgenza reale, soprattutto in un territorio come Varese, che si definisce ricco, ma dove il costo della vita è più elevato di tanti altri territori.
Tutto ciò – prosegue – si inserisce nel quadro più ampio delle lotte che, sia come categoria, sia con la Cgil, portiamo avanti in tutto il Paese. Ad esempio, il 5 dicembre ci sarà lo sciopero delle lavoratrici e lavoratori della Giustizia, il 12 dicembre quello dei Servizi ambientali. Le vertenze in campo sono tante, le richieste vanno dai rinnovi contrattuali alla giustizia sociale, con politiche orientate davvero a beneficio delle lavoratrici e lavoratori, delle cittadine e dei cittadini, del Paese, come abbiamo rivendicato nella manifestazione del 25 ottobre e come ribadiremo con lo sciopero generale Cgil del prossimo 12 dicembre. Non è certo investire sul riarmo che serve ma sui servizi pubblici e sullo stato sociale”.
Altro?
“Se penso a quest’ultimo decennio, la cosa più bella che ho imparato dalle compagne e dai compagni è il valore dei legami umani e organizzativi costruiti nella Cgil. Ogni persona incontrata mi ha lasciato un tassello diverso, come in un grande puzzle collettivo. È da queste relazioni che nasce la forza dell’organizzazione: dalla capacità di guardare insieme le cose da più punti di vista, di imparare dal confronto, dalle esperienze e saperi reciproci, di crescere nelle differenze come comunità”.