Milano, 2 dicembre 2025 – Per il 5 dicembre la Fp Cgil ha proclamato lo sciopero nazionale di tutto il personale del Ministero della Giustizia, con un presidio alle ore 10 in piazza Vidoni a Roma a cui parteciperà anche una delegazione di lavoratrici e lavoratori della Lombardia.
La protesta riguarda l’intero sistema: mancano stabilizzazioni, non ci sono risorse nella legge di bilancio, migliaia di lavoratrici e lavoratori assunti con il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) rischiano di restare senza contratto e gli organici sono ormai al limite. Criticità che attraversano i tre Dipartimenti – Amministrazione Penitenziaria (Dap), Giustizia Minorile e di Comunità (Dgmc), Organizzazione Giudiziaria (Dog) – e l’Ufficio Centrale Archivi Notarili (Ucan).
Negli uffici giudiziari, gli Uffici per il Processo sono sostenuti da personale precario con contratti in scadenza: figure indispensabili all’andamento della macchina della giustizia, a partire dalla ragione per cui sono stati assunti ovvero per studio dei fascicoli, predisposizione degli atti, smaltimento dell’arretrato e organizzazione delle udienze. Senza la loro stabilizzazione i tribunali rischiano lo stallo. Servono anche nuove risorse nel Fondo risorse decentrate, che l’ultimo contratto non ha finanziato per la valorizzazione del personale. Senza investimenti i processi torneranno ai ritardi precedenti al Pnrr.
Nel Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) la carenza di organico, la mancanza di strumenti informatici e l’assenza di tutela sullo stress lavoro-correlato schiacciano la funzione del trattamento sulla sola sicurezza, snaturando la missione costituzionale del carcere. Serve riportare l’indennità di specificità penitenziaria nella contrattazione integrativa e garantirla a tutto il personale.
Una situazione altrettanto critica riguarda la Giustizia Minorile e di Comunità (Dgmc): mentre si continua a investire sulle strutture detentive, l’esecuzione penale esterna – centrale per adulti e minori – resta priva di organici, auto di servizio, sedi adeguate e dotazioni informatiche. Sono indispensabili assunzioni tramite graduatorie valide, il ripristino di quelle scadute e l’estensione dell’indennità di specificità.
Anche l’Ufficio Centrale Archivi Notarili (Ucan) vive difficoltà crescenti: organici ridotti, digitalizzazione lenta, applicazioni e reggenze che svuotano le sedi mettono a rischio la conservazione degli atti e la continuità del servizio. Servono assunzioni, investimenti e lo stop a spostamenti che creano scoperture strutturali.
In Lombardia queste criticità sono ancora più accentuate: uffici giudiziari con scoperture rilevanti, Uffici per il processo (Upp) retti da contratti a termine, istituti penitenziari sotto pressione, servizi minorili al limite e archivi notarili in affanno. Interi settori dipendono da personale precario senza garanzie di continuità.
“Questa legge di bilancio scava sotto i piedi di chi manda avanti ogni giorno tribunali, carceri, uffici e servizi – dichiara Dino Pusceddu, segretario Fp Cgil Lombardia -. Senza stabilizzazioni, nuove assunzioni e investimenti veri, la giustizia si ferma. E quando la giustizia si ferma, a pagare sono le cittadine e i cittadini più fragili e il principio di una giustizia uguale per tutte e tutti”.