Comunicato stampa FP CGIL – CISL FP – UIL FPL – UIL PA della Lombardia
Milano, 7 dicembre 2020 – Lo sciopero nazionale dei servizi pubblici, indetto dalle categorie di Cgil Cisl Uil della funzione pubblica per mercoledì prossimo, 9 dicembre, non ha l’obiettivo di bloccare i servizi – quelli essenziali saranno tutti garantiti, a partire dalla sanità – ma ha l’obiettivo di ottenere un cambio di passo del governo sul lavoro pubblico.
Il governo, datore di lavoro dei dipendenti pubblici, ha presentato alle rappresentanze sindacali la legge di bilancio attualmente in discussione al Parlamento – legge che dovrà finanziare il prossimo triennio contrattuale 2019-2021 – con atto unilaterale, come una partita già chiusa. E invece noi vogliamo avere voce in capitolo!
Per le lavoratrici e lavoratori delle funzioni centrali, delle funzioni locali e della sanità, anche come FP CGIL – CISL FP – UIL FPL – UIL PA della Lombardia rivendichiamo:
- un piano straordinario di assunzioni nelle pubbliche amministrazioni e la stabilizzazione delle lavoratrici e lavoratori precari. Anche l’Europa ha bocciato il nostro paese per i livelli di precariato nelle Pa!;
- più sicurezza per le lavoratrici e i lavoratori pubblici, sia rispetto al Covid-19 (dispositivi di protezione individuale adeguati, sanificazione degli ambienti di lavoro, ecc.) sia rispetto alle continue aggressioni che subiscono sui luoghi di lavoro, visto che per le carenze di sistema – che come sindacati denunciamo da anni – la rabbia, la disperazione e frustrazione dei cittadini si scagliano ingiustamente su di loro;
- rinnovi contrattuali. I contratti di Sanità, Enti Locali, Amministrazioni centrali sono scaduti da due anni. Il rinnovo al contratto è un diritto, e non solo per i legittimi incrementi economici. Il contratto è uno strumento che può dare valore e riconoscimento alle professionalità – e il governo si era impegnato, chiudendo l’ultima tornata contrattuale, a prevedere in merito per il triennio 2019-2021 la revisione del sistema di classificazione del personale. Ancora, attraverso il contratto si può migliorare l’organizzazione del lavoro e così la qualità dei servizi ai cittadini.
La pandemia ha mostrato – e mai come nella nostra Lombardia martoriata dal virus – che il lavoro pubblico serve al paese e che i servizi pubblici vanno rafforzati. Il lavoro pubblico anche nella nostra regione non si è fermato mai, sia in presenza che da remoto, garantendo alle persone i diritti di cittadinanza. Ma le difficoltà sono tante e per servizi pubblici più forti ci vogliono più risorse economiche e umane: per i contratti, per organizzare meglio e innovare i servizi, per qualificare il personale e riconoscerne le competenze.
Serve la volontà politica di investire sul lavoro pubblico come fattore strategico del paese. Come organizzazioni sindacali abbiamo una visione politico-programmatica e proposte in merito. Perché? Perché rappresentiamo chi per tutti, tutti i giorni lavora per le persone e per il paese. È dalla loro voce, dalla loro esperienza diretta di come funzionano ospedali, asili, uffici comunali, tribunali, sistema penitenziario – per citare solo una piccola parte dell’arcipelago pubblico -, dal loro agire quotidiano tra carenze di organico, età media elevata, inadeguata strumentazione, insicurezza, ma anche dalla loro dignità, dal loro orgoglio e dalla loro dedizione che arrivano le più utili e vere indicazioni.
La Legge di Bilancio deve migliorare il paese e far ripartire l’economia. Una PA più capace e moderna serve al paese. Rinnovare i contratti pubblici e assumere più giovani e professionisti qualificati migliora la PA e il paese. Curiamoci di chi ci Cura, non ricordiamoci delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici solo nelle emergenze ma riconosciamo il loro lavoro e ruolo fondamentale.