Ieri assemblea unitaria on line con le lavoratrici e i lavoratori del lecchese. Il punto con Flavio Concil della Fp Cgil
28 gen. – “Noi siamo convinti di vincere, ci speriamo, lottiamo per questo. Per questo abbiamo avviato anche la vertenza legale”. Flavio Concil, segretario Fp Cgil, lavora alla Nostra Famiglia di Bosisio Parini, struttura sanitaria d’eccellenza nel campo della riabilitazione sanitaria e sociale, soprattutto delle persone con disabilità in età evolutiva, con sedi in Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Campania e Puglia e circa 2000 dipendenti complessivi (sui 700 quelli nel lecchese).
È appunto con le lavoratrici e i lavoratori che l’Associazione si è mostrata meno eccellente. Dal momento – “è giusto un anno” ricorda Concil – che, con atto unilaterale, ha deciso di non applicare più il contratto della sanità privata alle lavoratrici e ai lavoratori, e guarda caso, proprio mentre quel contratto, dopo 14 sofferti anni, si stava avvicinando al rinnovo. “Il ccnl della sanità privata è stato siglato definitivamente l’8 ottobre 2020, quando la Nostra Famiglia è uscita da Aris ma continuando ad applicare formalmente quel contratto ai circa 400 operatori degli Irccs” dice il sindacalista, che ieri ha partecipato all’assemblea on line organizzata unitariamente sul suo territorio.
Sì, perché nel frattempo la linea dell’ente si è diversificata, spacchettando l’applicazione contrattuale in due: “a chi lavora nei centri di ricerca è rimasto, appunto, il ccnl della sanità privata ma solo per la parte economica, come parte normativa al momento stanno applicando ancora il contratto non rinnovato. Va sottolineato che queste lavoratrici e lavoratori non si sono sfilati dal nostro percorso vertenziale. I diritti vanno riconosciuti, non si scende a patti. Il contratto della sanità privata rinnovato va riconosciuto per intero – afferma Concil -. Lo stesso contratto che chiediamo per gli altri 1600 circa lavoratrici e lavoratori, al posto di quello delle case di riposo, che ci è stato applicato unilateralmente e ingiustamente”.
In assemblea avete fatto il punto della situazione. Qual è? “A Lecco abbiamo avuto un incontro con il Prefetto che ha mostrato una grande vicinanza a noi lavoratori. Abbiamo avuto un incontro con la quarta Commissione di Regione Lombardia, quella alle attività produttive, ma visto che il nostro caso non riguarda una crisi aziendale bensì una questione politico-normativa ci è stata proposta una nuova sessione di incontro per chiedere chiarimenti sulla delibera regionale. Regione stessa ci ha comunicato che l’incontro sarà insieme alla proprietà dell’Associazione”.
A quale delibera ti riferisci? “Quella per cui la sola Lombardia ha interpretato a modo suo la direttiva della Conferenza Stato Regioni, stabilendo che solo le strutture ospedaliere possono accedere ai rimborsi del 50% per il costo degli incrementi contrattuali della sanità privata e non anche le strutture socio sanitarie”.
Intanto proseguite con le vertenze legali. “Sì le nostre vertenze Cgil stanno partendo. Vorremmo farne cause pilota. Sono state già depositate 150 diffide. E andremo fino in Cassazione, per provare a velocizzare i tempi. Ma stiamo anche in attesa che Monsignor Delpini, Arcivescovo Metropolita di Milano, ci convochi, con la proprietà dell’ente, l‘Istituto Secolare delle Piccole Apostole della Carità. Abbiamo cercato di interessare la Curia ambrosiana su questa vicenda e prima di Natale abbiamo avuto un incontro con don Walter Magnoni e Monsignor Luca Bressan che – e ne siamo contenti – si stanno spendendo in tal senso. La nostra lotta continua”. (ta)