“Ci saremo e saremo in tantissimi, dobbiamo dare un segnale forte al governo, alla politica, perché occorre un cambio di passo per il nostro Paese, a partire dal ruolo strategico dei servizi pubblici. Chiediamo un mondo di pace e per la pace, che metta al centro il buon lavoro e il benessere delle persone” afferma Manuela Vanoli, segretaria generale della Fp Cgil Lombardia.
“Alla crisi economica aggravata dalla pandemia si sono aggiunte le ripercussioni della guerra aperta dalla Russia contro l’Ucraina. Ma ci trasciniamo anche criticità ormai quasi cronicizzate. Per questo insistiamo sulla necessità di un piano straordinario di assunzioni nelle pubbliche amministrazioni. E chiediamo di stabilizzare subito i tanti precari del lavoro pubblico, come ad esempio le ricercatrici e i ricercatori sanitari”.
“Con il Pnrr si sta ridisegnando il futuro del Paese. Le risorse economiche saranno però distribuite solo al raggiungimento degli obiettivi. Le cittadine e i cittadini non possono permettersi la riduzione dello spazio pubblico che assicura servizi legati alla salute, alla protezione sociale, all’igiene ambientale, alla sicurezza. Per questo ci opponiamo alle esternalizzazioni”.
“Se, ad esempio, un ospedale appalta un servizio a una cooperativa sociale, in quella stessa struttura lavorano persone cui vengono applicati contratti differenti pur facendo magari la stessa attività. La frammentazione del lavoro crea disuguaglianze, noi rivendichiamo che per uno stesso lavoro ci siano stessi diritti e stesso salario”.
“Assolutamente, rafforzando anche la medicina e l’assistenza territoriali che hanno ricevuto dal Covid l’ultima batosta. Ma sono tanti gli ambiti su cui intervenire. Uno di questi, prioritario, è la salute e la sicurezza sul lavoro. Visto che le morti sul lavoro sono una vera piaga per il Paese, perché non rafforzare ruolo e organici degli ispettori del lavoro? Perché non rafforzare i controlli sulle condizioni di lavoro, sulla legalità e trasparenza?”.
Ecco, i contratti nazionali
Quindi cosa serve?
“Quello che serve è una legge che certifichi la rappresentanza delle parti che stipulano i contratti nazionali, garantendo a lavoratrici e lavoratori di tutti i settori, pubblici e privati, di poter eleggere le Rsu e di validare i contratti di lavoro. In questo sistema c’è anche un’urgenza da risolvere: nei cambi di gestione va resa esigibile la clausola sociale, cioè il personale deve mantenere posto di lavoro e diritti”.
“Tra le parole d’ordine che sventoleremo in piazza c’è l’idea di ‘cambiare il presente, guardando al futuro’. Con la dignità che deve avere il lavoro pulito, di cui deve fare parte la formazione permanente. Con la valorizzazione e il riconoscimento delle lavoratrici e dei lavoratori, tutti, a prescindere dalla forma del loro rapporto di lavoro. Equità, unità, solidarietà, tutele più forti ed estese, inclusive. Vogliamo la Carta dei diritti universali del lavoro, un nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori dopo quello del 1970. La proposta è ferma da tempo in Parlamento e piazza del Popolo sarà una nuova occasione per chiedere che diventi finalmente legge”.