22 Nov 2024
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Stabilizzazione precari della Giustizia: un risultato che permette di programmare il futuro

Anni di lotta tenace (13) della Fp Cgil e poi l’emendamento al decreto Pnrr 2 che, approvato nei giorni scorsi nelle commissioni Affari costituzionali e Istruzione al Senato, stabilizza in Italia circa 1200 operatrici e operatori della Giustizia, ex tirocinanti. Marco Venchiarutti, Rosa Macrina e Rosario Schettino sono tre voci dal Tribunale di Milano dove, per la Lombardia, si concentra la maggior delle lavoratrici e lavoratori precari, un centinaio, sui circa 180 complessivi.

21 giu. 2022 – “È una soddisfazione, una vittoria collettiva. Ci abbiamo creduto e, con la Fp Cgil abbiamo vinto”. Marco Venchiarutti commenta l’approvazione dell’emendamento al decreto Pnrr 2 per la stabilizzazione di chi, come lui, da oltre 10 anni, lavora da precario per il Ministero della Giustizia. Venchiarutti, eletto nella Rsu della Procura della Repubblica di Milano, dove è anche Rls, evidenzia come sia “molto importante, a 56 anni, avere questa alternativa rispetto al finire in mezzo alla strada. Non avendo preso un euro come contributi previdenziali da tirocinante della Giustizia, ho ancora una decina d’anni da lavorare, e in molti sono nella mia stessa situazione”.

La storia dei precari della Giustizia nasce attorno al 2010: espulsi dalle crisi aziendali, entrano negli uffici giudiziari in sofferenza d’organico come lavoratrici e lavoratori socialmente utili, in seguito come tirocinanti a 10 euro lorde all’ora (per circa 40 ore mensili) fino al 2018, all’interno dell’Ufficio per il Processo. Poi per circa due anni stringono cinghia e denti a casa, e nel 2020, tramite concorso, per tanti c’è l’assunzione a tempo determinato che, senza quell’emendamento, sarebbe terminato per i primi a giugno, per gli altri a dicembre.

Il nostro lavoro è indispensabile agli uffici giudiziari, come ha sottolineato al Ministro della Giustizia, tra gli altri, il Presidente della Corte di Cassazione. Dopo oltre 20 anni senza concorsi, nella Giustizia senza sufficiente personale (e considerando che ne mancherà altro con i prossimi pensionamenti) si sono accumulate 6 milioni di cause pendenti. Per forza poi i tempi del servizio sono biblici – racconta Venchiarutti, orgoglioso di fare la sua parte –. La battaglia fatta con la Cgil è stata una battaglia per la vita, al di fuori di qui, per persone della nostra età, non c’è ormai più nulla”.

Rosa Macrina risponde al telefono mentre è in ferie. “Mi hanno chiesto di farle ora, perché dopo serve la mia presenza. Questo risultato è tale che ancora non ci si crede” ripete, rispondendo in merito alla prossima stabilizzazione. “Quando si intraprende una battaglia bisogna crederci e collaborare al massimo mettendoci del proprio, per avere, uniti, più speranza di farcela. E così è stato con la Fp Cgil, in questa lotta che è stata una lotta per tutti, non personale, in cui ci abbiamo messo energia e passione, e dove ci sono stati tanti momenti di grande emozione”.

Macrina ha 58 anni ed è entrata da Lsu al Palazzo di Giustizia di Milano dieci anni fa. “Nel tempo ho cambiato molti ruoli, dall’Ufficio esecuzioni penali della Procura al Tribunale e poi, dopo il concorso, in Corte d’Appello all’Ufficio Relazioni con il pubblico. Così ho sviluppato diverse competenze e una professionalità sempre più forte. Anche se ci chiamavano a singhiozzo, è stata dura. Col Covid poi durissima. Ma non ci siamo mai fermati nel fare pressione, nel lottare. Questo risultato significa poterci proiettare nel futuro. Sottolineo anche che il mondo del lavoro ha bisogno di riconquistare la fiducia nel sindacato. Noi con la Cgil non l’abbiamo mai persa”.

Rosario Schettino, a lungo coordinatore Fp Cgil dei precari della Giustizia milanese, sorride amaro. “Questa stabilizzazione sarebbe dovuta arrivare prima, in questi anni è stata sprecata un’opportunità per la nostra vita personale e per quella del Paese. Sfruttare le persone e pagarle 400 euro lorde al mese è stata una bruttura inenarrabile. Abbiamo attraversato tante difficoltà e dal 2018 al 2020 siamo rimasti a casa senza reddito, pesando sui servizi sociali. Quando si sarebbe dovuto evitare. Ora – aggiunge – fino al marzo 2023 continueremo a essere operatori giudiziari a tempo determinato, dopo saremo finalmente stabili e potremo, con un’entrata sicura, programmare la nostra vita. Solo la Cgil ci ha supportati in questa complessa vertenza –sottolinea -, mentre ora tutti si fanno difensori di noi ex tirocinanti. Noi intanto andiamo avanti e continueremo a lottare, per la stabilizzazione di tutte e tutti”.

 

 

Vedi anche:

-> La storia di Elisa Colleo, sul sito Fp Cgil Nazionale e su Facebook.

-> Il comunicato di Felicia Russo, coordinatrice Fp Cgil Giustizia, e il testo dell’emendamento.