Creston (Fp Cgil): “Puntiamo a raggiungere un accordo sui criteri per la mobilità. Vogliamo potenziare il servizio tutelando e valorizzando il personale”
27 ott. 2022 – Prosegue, chiesto e ottenuto dai sindacati, il confronto con l’Assessorato al Welfare di Regione Lombardia sul trasferimento di personale del Dipartimento delle cure primarie dalle Ats, Agenzie di tutela della salute, alle Asst, le Aziende socio sanitarie territoriali.
Ne parliamo con Gilberto Creston, segretario Fp Cgil Lombardia.
“Questo passaggio è stato previsto dall’ultima riforma sanitaria regionale. In base al contratto nazionale della sanità pubblica e in quanto, noi, rappresentanze delle lavoratrici e dei lavoratori, e quindi titolate al confronto nei processi di riorganizzazione, nell’incontro di martedì 25 ottobre abbiamo chiesto di avere, per ciascuna Asst e con relative sedi di assegnazione, una fotografia al 31 dicembre 2021 del personale coinvolto, da poter comparare con gli organici in essere dei dipartimenti delle cure primarie” racconta il dirigente sindacale.
Qual è la vostra stima? “Tra dirigenza e comparto, poco più di 200 lavoratrici e lavoratori”
Quali sono i punti principali delle proposte che, unitariamente, avete presentato a Regione? “Il personale da trasferire deve poter scegliere di propria volontà la sede di destinazione. Se la dotazione organica dovesse essere inferiore a quella del 31 dicembre 2021, chiediamo vengano fatte nuove assunzioni per le Asst. Chiediamo, per le Asst insistenti su un ambito territoriale, una gestione centralizzata delle attività giuridico amministrative riferite all’assistenza sanitaria di base, almeno per 2 anni, o, in alternativa, la creazione di un nuovo dipartimento presso un’unica Asst che operi anche per tutte le altre. Inoltre – aggiunge Creston -, per garantire alle lavoratrici e ai lavoratori trasferiti adeguata copertura economica, visto il disagio che a loro potrebbe derivare da un uso diverso dei fondi contrattuali tra Ats (più orientate alla produttività) e le Asst (più orientate al disagio e allo straordinario) proponiamo che per almeno 5 anni, siano mantenuti gli stessi livelli economici e istituti normativi (vedi il part time) delle Ats di provenienza”.
Ma cosa pensate di questo trasferimento del personale delle cure primarie? “Di fronte all’ipotesi di Regione abbiamo subito espresso le nostre perplessità e avviato verifiche legali sulla fattibilità di questo percorso. Peraltro, nella bozza che ci è stata presentata si richiamano leggi e delibere regionali in cui viene stabilito il trasferimento di dipartimenti e servizi ma non delle relative lavoratrici e lavoratori, né dunque di quanto personale dovrebbe passare da una Ats alle aziende socio sanitarie territoriali. E non vengono nemmeno citati il Decreto legislativo 165/2001, che regola l’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, né il Codice civile che prevede norme specifiche. Insomma, questo trasferimento lo si dà un po’ per scontato. Anche per questo – aggiunge Creston -, per consentire un passaggio graduale delle competenze e le assunzioni necessarie, i percorsi formativi e l’erogazione di un servizio all’altezza, abbiamo chiesto a Regione di valutare la possibilità di posticipare la data di questo trasferimento. In ogni modo – evidenzia il segretario – noi puntiamo a raggiungere un accordo sui criteri per la mobilità, integrandolo con opportuni accordi territoriali se necessario”.