Spaccata la porta a vetri del laboratorio analisi e minacciata un’operatrice. Dell’episodio dei giorni scorsi Nadia Lazzaroni, segretaria Fp Cgil Brescia, dice: “La questione non si risolve mettendo toppe ma affrontando alla radice i problemi, in un’ottica strutturale e di sistema”.
31 gen. 2023 – Danni al laboratorio di analisi, di cui l’uomo ha sfondato la porta a vetri, e minacce a un’operatrice sanitaria che, fuggendo, ha poi dato l’allarme. Non si fermano gli episodi di violenza ai danni della sanità e di chi ci lavora, come è accaduto nei giorni scorsi all’ospedale di Garvardo.
“L’autore dell’episodio era stato portato in pronto soccorso per accertamenti dopo aver causato un incidente stradale ma, per evitarli, si è introdotto nei locali vicini arrivando al laboratorio. Al di là del caso specifico che, fortunatamente, non ha visto aggressioni fisiche, siamo molto preoccupati per questa situazione in crescendo” afferma Nadia Lazzaroni, segretaria Fp Cgil Brescia.
L’Asst Garda ha ora rafforzato la presenza delle guardie giurate nel pronto soccorso e il sistema di sorveglianza video. “La sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori deve essere una priorità. Perché è un loro diritto e perché dobbiamo avere cura di chi ci cura – replica Lazzaroni -. Ma la questione non si risolve mettendo toppe ma affrontando alla radice i problemi, in un’ottica strutturale e di sistema”.
Cioè? “Fatti casi salvi specifici e isolati, le aggressioni al personale sanitario – che, beninteso, non sono da giustificare mai – sono causate da disservizi o tempi lunghi nel rispondere alle domande di salute delle persone, provate anche da un più generale disagio sociale. Questo perché le lavoratrici e i lavoratori sono pochi e sempre più stanchi e demotivati – risponde la sindacalista -. Dopo la pandemia, dove hanno dato il tutto e per tutto per cercare di salvare vite e mettendo a rischio anche la propria, speravano in un vero cambiamento del sistema: in condizioni di lavoro migliori grazie a nuove assunzioni adeguate e a un’organizzazione del lavoro più funzionale, supportata anche da una forte rete dei servizi territoriali, che devono fare da filtro all’accesso ospedaliero. Invece nella Lombardia della cosiddetta eccellenza la svolta ancora non c’è stata. E le operatrici e gli operatori continuano a saltare riposi, rinunciare alle ferie, a fare troppi sacrifici. Così accade anche che in tanti stanno decidendo di abbandonare la loro professione o di prestarla altrove. Peggiorando ancora di più un quadro già critico. Insomma: bisogna che Regione e che questo governo si diano subito una mossa. In sanità bisogna assumere e stabilizzare le lavoratrici e i lavoratori e bisogna assolutamente tutelarli!”.