Lo Presti (Fp Cgil Lombardia Polizia Penitenziaria): “Andare a lavorare sta diventando pericoloso. Da una parte e dall’altra delle sbarre si sta male ma non si prendono provvedimenti per risolvere il problema”
19 apr. 2023 – “Andare a lavorare, per le donne e gli uomini della polizia penitenziaria, sta diventando pericoloso. E al carcere Nerio Fischione di Brescia la situazione è ormai fuori controllo: in pochi giorni sono stati aggrediti tre agenti e il comandante, oltre alla devastazione dell’ambulatorio medico. Così non si può più andare avanti, basta!”. Calogero Lo Presti, coordinatore Fp Cgil Lombardia per la Polizia Penitenziaria, è ormai esasperato.
“Le aggressioni da parte delle persone detenute stanno aumentando, come le denunce da parte del sindacato. Da una parte e dall’altra delle sbarre si sta male ma non si prendono provvedimenti per risolvere il problema, è molto preoccupante! – esclama Lo Presti -. La salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro e istituti di pena devono essere una priorità”.
Al Nerio Fischione, a fine gennaio il sovraffollamento era del 160% e le persone straniere detenute al 52%. “Questa non è una percentuale vuota, si tratta di persone, e il 52% sono detenuti stranieri. Le condizioni strutturali del carcere, la convivenza forzata tra culture e religioni diverse, storie di grande sofferenza e problemi di salute mentale, le difficoltà a relazionarsi perché non si conosce l’italiano e non ci sono i mediatori culturali che servono. Tante cause messe insieme e che si protraggono fanno crescere il malessere e il malcontento della popolazione detenuta, con atti di violenza verso di sé, gli altri e le cose – racconta il sindacalista -. Non è giusta la loro situazione ma non è nemmeno giusta la nostra. Le colleghe e i colleghi, noi tutti, tra carenze di organico e difficoltà, siamo sempre più sotto stress e demotivati, di fronte all’indifferenza che pare mostrare l’Amministrazione, a tutti i livelli, e di fronte alla sordità della politica. Di certo – aggiunge – sul piano sindacale noi non demordiamo, continuando a rivendicare più assunzioni, per tutte le figure del sistema carcerario, dagli agenti agli amministrativi, rispetto e riconoscimento per tutte le lavoratrici e i lavoratori, condizioni di lavoro e un ambiente complessivamente dignitoso e vivibile per tutte le persone”.