“Sono felice per questa riconferma. Dal 2019 è passato tempo e c’è stata di mezzo anche la pandemia. Bisogna rendere più attrattivo lavorare per il pubblico impiego”
16 mag. 2023 – Andrea Ferraccio, 39 anni, è stato rinominato coordinatore Fp Cgil Lombardia per il Ministero dell’Interno.
“Sono felice per questa riconferma e l’opportunità di continuare un percorso avviato nel 2019 con la proposta della segretaria generale Manuela Vanoli. Ringrazio ora Vanoli e Dino Pusceddu, segretario regionale che segue il comparto delle Funzioni Centrali, con cui ho già avuto un primo confronto sulle problematiche del nostro dicastero”, esordisce Ferraccio che lavora presso l’Ufficio di Gabinetto della Prefettura di Milano, seguendo in particolare i protocolli di riqualificazione urbana dell’hinterland cittadino e la gestione dei beni confiscati alle mafie in supporto all’Agenzia nazionale.
I problemi sono cambiati rispetto al tuo primo incarico? “Il Ministero dell’Interno, come tutte le pubbliche amministrazioni, persiste con le carenze di personale. Ma dal 2019 è passato tempo e c’è stata di mezzo anche la pandemia per cui la situazione è anche peggiorata – risponde il sindacalista -. Infatti, nonostante il concorso per il Pnrr, il piano di ripresa europeo, e il concorso Ripam, per reclutare organici altamente qualificati, non c’è personale sufficiente per compensare i pensionamenti e poter lavorare al meglio e ci sono molte disdette in fase di assunzione”.
Perché? “Vuoi per la distanza dal territorio d’origine, vuoi per le prospettive insufficienti di crescita salariale e professionale. Con la pandemia, le persone hanno iniziato a riconsiderare il valore della qualità e del tempo della vita – spiega Ferraccio -. Quello del pubblico impiego resta un buon posto di lavoro ma è poco appetibile con un’inflazione in crescita – aggiunge – e un problema nuovo è la mancata applicazione di istituti innovativi dell’ultimo contratto nazionale, peraltro ormai scaduto e da rinnovare nella parte economica e normativa: le progressioni in deroga tra aree diverse non vengono finanziate e nemmeno il piano triennale dei fabbisogni che blocca, ad esempio, il reclutamento per le elevate professionalità. Da fuori, appunto, si storce il naso, da dentro si resta congelati per tre anni. Bisogna porre rimedio a questo blocco economico e di carriera, con il rinnovo del triennio e una rapida attuazione di quanto già contrattato, anche perché intanto i costi della vita galoppano”.
“Le Prefetture e le Questure in Lombardia vivono, come tante pubbliche amministrazioni, delle carenze di personale che oramai rischiano di ridurre i diritti e le tutele soprattutto delle fasce della popolazione più fragili. Questo è ancora più vero per chi, al Ministero dell’Interno, lavora per garantire i permessi di soggiorno, le cittadinanze o il regolare svolgimento delle consultazioni elettorali. Meno lavoratrici e lavoratori si traduce in tempi d’attesa più lunghi e in meno diritti – sostiene Dino Pusceddu, segretario Fp Cgil Lombardia -. Il lavoro dev’essere più attrattivo cominciando dall’eliminazione del precariato e dal riconoscimento di condizioni salariali più consone al delicato ruolo svolto. Per questo vogliamo una piena applicazione del contratto nazionale sottoscritto nel 2022”.
“Sono convinto che con Andrea, in questi anni punto di riferimento per i colleghi e le colleghe – prosegue Pusceddu –, riusciremo a far emergere anche nell’opinione pubblica la situazione di disagio che si vive in quei luoghi di lavoro. L’emergenza occupazionale deve diventare patrimonio condiviso”.