Tra sovraffollamento, carenze di personale, aggressioni e troppo lavoro, la situazione è sempre più difficile
9 mag. 2023 – Visite oggi al carcere di Brescia intitolato a “Nerio Fischione”, l’Appuntato degli Agenti di Custodia, insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare alla Memoria, morto il 5 agosto 1974 sotto i colpi di pistola di tre detenuti di cui riuscì a sventare la fuga.
Il carcere è sede di detenzione e luogo di lavoro e in particolare a questo secondo aspetto, e alle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori della Polizia Penitenziaria, in tensione per gli attacchi violenti cui sono di continuo esposti, è stato fatto un sopralluogo da parte di una delegazione della Fp Cgil composta dal delegato Marco Ganci e la segretaria della categoria bresciana Francesca Baruffaldi, da Dino Pusceddu, segretario Fp Cgil Lombardia, e dai coordinatori regionale e nazionale Calogero Lo Presti e Mirko Manna.
“La visita segue i fatti avvenuti nelle scorse settimane quando si sono susseguite numerose aggressioni ai danni del Personale di Polizia Penitenziaria da parte della popolazione detenuta, composta per oltre il 53% da stranieri. Siamo in attesa dei nuovi protocolli di intervento promessi dal Capo DAP [Dipartimento Amministrazione Penitenziaria – ndr], ormai lavorare in carcere è quasi impossibile”, ha dichiarato Lo Presti.
Se Baruffaldi rileva che a rendere le condizioni più difficili è la “carenza di oltre cinquanta poliziotti penitenziari, quasi esclusivamente nel ruolo degli ispettori e dei sovrintendenti, indispensabili per gestire le responsabilità nei vari settori del carcere”, per cui da un lato si determinano “inefficienze” e dall’altro “carichi di lavoro estenuanti”, e se il delegato Ganci segnala che “mancano anche postazioni di servizio per i poliziotti nelle singole sezioni”, quelle cioè che servono “per la sorveglianza al piano” delle persone detenute, Pusceddu considera anche il sovraffollamento carcerario del 164%, per cui il Fischione “ospita più di trecento detenuti rispetto ai 185 previsti”.
Ma ci sono anche “urgenti interventi di ristrutturazione” da prevedere, evidenzia il coordinatore nazionale Manna, visto che questo è un “carcere il cui progetto originario risale alla fine dell’800”. Ed è lapidario rispetto al ruolo di ispettori e sovrintendenti cui è costretto a fare le veci il personale in servizio: “Chiederemo al DAP almeno l’adeguamento economico per tali mansioni superiori rivestite”.