Il delegato Rsu Fp Cgil Massimo Fada: “Estendere la turnazione della riabilitazione psichiatrica con le carenze di organico che ci sono non fa i conti con la realtà. Chiediamo più assunzioni e di rafforzare tutta la sanità pubblica”. Il segretario generale Vincenzo Moriello: “Incrementare le risorse del Fondo Sanitario nazionale è fondamentale”
17 mag. 2023 – “Stiamo vivendo alla giornata. Pensare di estendere la turnazione delle operatrici e degli operatori della riabilitazione psichiatrica fino alle 20, non fa i conti con la realtà, significa non rendersi conto delle carenze di organico che ci sono e del tipo di lavoro che facciamo”. Massimo Fada fa l’educatore professionale presso l’Equipe Forense del Dipartimento di salute mentale e dipendenze (Dsmd) dell’Asst Spedali Civili di Brescia ed è delegato Rsu per la Fp Cgil.
Il tema della salute mentale è tornato agli onori della cronaca dopo l’uccisione della psichiatra di Pisa Barbara Capovani e la Cgil, insieme alla categoria della Funzione Pubblica, hanno guardato al 45° anniversario della Legge 180/1978, il 13 maggio, come a una nuova occasione per ribadire da un lato che “È prioritario restituire ai servizi pubblici della salute mentale il ruolo di baluardo del diritto alla salute in un’azione più generale di rilancio del Servizio Sanitario Nazionale”. Dall’altro come “non sia più rinviabile l’adozione di precise misure per prevenire gli atti di violenza contro gli operatori del SSN: un’urgenza che abbiamo sostenuto da tempo, lanciando la campagna ‘STOP alle aggressioni al personale sanitario’. È proprio la condizione in cui sono costretti a lavorare, troppo spesso caricati di enormi responsabilità ma senza adeguate risorse e sostegni, a creare situazioni insicure e indebolire la qualità dei servizi. Anche così cresce il rischio di affidare alla psichiatria il vecchio mandato custodiale”.
Se la Asst vuole potenziare il servizio, non va bene? “Da sempre come Cgil siamo assolutamente d’accordo sull’apertura dei centri psico sociali almeno per 12 ore quotidiane e sette giorni su sette, per fare un esempio. Ma gli annunci non bastano, ci vogliono poi risorse concrete per dare gambe ai progetti e quello degli Spedali Civili, che dovrebbe partire dal prossimo 1° settembre, dopo il confronto sindacale, non ci convince proprio perché manca personale. Lo diciamo da subito. La richiesta di reperire lavoratrici e lavoratori attraverso una ricognizione delle disponibilità nelle diverse strutture si traduce in un tirare una coperta già fin troppo corta – considera Fada -. Potrei citare il caso di una terapista andata in maternità e mai sostituita in una comunità o di un educatore a cui è stato chiesto di trasferirsi mollando i suoi pazienti. La salute mentale è materia delicata e complessa, non si può procedere così, peggiorando una situazione già poco equilibrata. Bisogna assumere personale e rafforzare così i servizi”.
Per la salute mentale solo note buie? “In realtà, con i progetti regionali di rafforzamento dei Dsmd avviati dalla Asst Spedali Civili, grazie ai fondi nazionali stanziati (60 milioni di euro) dall’ex Ministro Roberto Speranza nella 2^ conferenza nazionale sulla salute mentale del giugno 2021, per un anno, sperimentalmente, si potranno fare dei passi avanti per superare la contenzione meccanica nei reparti di psichiatria e per rafforzare l’equipe forense. Sono, questi, due gioiellini che però vanno a cozzare con le difficoltà pesanti che vive tutto il settore. Ma tutta la sanità pubblica va rafforzata, non come fatto per decenni al nostro Servizio sanitario nazionale, sferzato da tagli continui di cui soffre anche la salute mentale”.
“Non c’è salute senza salute mentale – ribadisce Vincenzo Moriello, segretario generale della Fp Cgil Brescia -. Due anni di pandemia hanno avuto un forte impatto negativo sulla salute mentale della popolazione. È cresciuta la domanda di servizi e l’esigenza di una maggiore integrazione tra cure primarie e salute mentale. Per questo – continua –, incrementare le risorse del Fondo Sanitario nazionale è fondamentale: per aumentare progettualità, occupazione e il rapporto tra operatori e professionisti della salute mentale e la popolazione. Così come va accelerato il decentramento dell’assistenza sanitaria e sociale per avvicinare servizi e operatori ai quartieri e favorire l’interlocuzione tra i diversi attori del sistema sociosanitario e le comunità”.