Nordli (Fp Cgil Bergamo): “La mobilitazione sta facendo la sua parte. Proveremo in tutti i modi a contrastare la decisione della Fondazione”
29 giu. 2023 – Hanno sostenuto tre presidi sindacali tra maggio e giugno, il quarto sarà lunedì 3 luglio. Ieri erano di nuovo insieme in assemblea. A quanto pare, il cambio del loro datore di lavoro, dalla Rsa a una cooperativa sociale, è stato posticipato al prossimo autunno, visto che, diversamente, sarebbe dovuto partire da questo 1° giugno. Ma intanto le lavoratrici e i lavoratori di Casa Serena di Brembate Sopra sono scesi da 140 a 130.
“Le lavoratrici e i lavoratori della casa di riposo stanno lottando, con noi della Cgil e con la Cisl, per fermare il progetto di integrale esternalizzazione che ha in mente la Fondazione, cioè cederli tutti in modo da risparmiare sul costo del lavoro e ottenere più facilmente, secondo i vertici aziendali, i finanziamenti per la ristrutturazione della Rsa e la costruzione di una nuova ala all’interno del parco protetto adiacente. Un obiettivo che dura da tempo, quest’ultimo, nonostante i permessi della Sovrintendenza non ci siano”, racconta Ingalill Nordli della Fp Cgil Bergamo.
Come mai questo posticipo? “Evidentemente la mobilitazione sta facendo la sua parte ma la Rsa formalmente non ci ha comunicato niente. C’è un problema, dunque, anche di relazioni sindacali”.
Cosa comporterà l’appalto a una cooperativa sociale? “Va tenuto conto del percorso di questo ente che anni fa era una Ipab, un’istituzione pubblica di assistenza e beneficenza, e quindi applicava il contratto degli enti locali ai suoi dipendenti, poi nel 2014 è stata privatizzata. Alle lavoratrici e ai lavoratori delle ex Ipab è sato applicato un doppio regime contrattuale, a quelli già in essere, sempre il contratto degli enti locali mentre ai nuovi assunti il contratto Uneba. Esternalizzare tutto il personale di Casa Serena significherà applicare a tutti un altro contratto ancora, quello delle cooperative sociali, con condizioni e trattamenti ancora diversi. Stiamo parlando di persone, con la loro professionalità dedita alla cura e all’assistenza degli altri, non di pacchi da spostare a seconda dell’opportunità. Per questo proveremo in tutti i modi a contrastare la decisione della Fondazione”, dichiara Nordli.