La denuncia della Fp Cgil Milano, con Antonio Bagnaschi e Samantha Farina, dopo l’indizione dello stato di agitazione unitario a livello nazionale per il rinnovo del ccnl
28 lug. 2023 – “I problemi di finanziamento del sistema non possono ricadere su lavoratrici e lavoratori, quegli stessi che durante la pandemia venivano celebrati come eroi e che oggi guadagnano poco più di 1000€ al mese. Interrompere la trattativa perché mancano i fondi fa ribollire il sangue: queste lavoratici e questi lavoratori meritano un contratto dignitoso e un salario che renda giustizia alla loro funzione essenziale. La FP CGIL di Milano è al loro fianco e metterà in campo qualsiasi iniziativa sarà necessaria per ottenere più diritti e più salario”. Così sulla pagina Facebook del sindacato Antonio Bagnaschi, funzionario che segue il settore in cui opera Anffas ETS – APS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale).
Un settore dove, unitariamente, è stato indetto lo stato di agitazione dopo che l’Associazione al tavolo nazionale ha deciso di stoppare, per carenza di risorse, le trattative per rinnovare il contratto nazionale a circa 5000 lavoratrici e lavoratori.
Samantha Farina è una di loro, lavorando in una struttura Anffas, la Fondazione Piatti di Melegnano, in cui è anche delegata Rsu Fp Cgil.
“Lo stato di agitazione è doveroso, abbiamo gli stipendi più bassi d’Europa e Anffas propone un aumento di circa 35 euro, cioè un rinnovo che non supera il 3% quando l’inflazione galoppa al 6,5%. Questo misconoscimento nei nostri confronti della parte datoriale fa male e ci indigna – afferma Farina –. Vogliamo una vita dignitosa e con dignità e dedizione portiamo avanti il nostro lavoro verso persone fragili. Lo abbiamo fatto a mani nude sotto il Covid, vedendo morire non solo pazienti ma anche colleghi. Lo continuiamo e continueremo a fare perché siamo rispettosi e responsabili ma lotteremo con determinazione perché ci vengano garantite condizioni contrattuali adeguate. Noi che curiamo gli altri non possiamo permetterci le cure perché quanto guadagniamo va centellinato per vivere. Questo, oltre al tema retributivo, apre anche al tema delle condizioni della nostra sanità lombarda, dove il privato equivale al pubblico ma la sanità pubblica negli anni è stata impoverita e quindi o ti metti nelle lunghe liste d’attesa o paghi, se puoi. Ecco, noi non possiamo e vedremo con il prossimo referendum abrogativo. Dà fiducia che, su entrambi i fronti, la Cgil, la Fp Cgil, ci siano. Ad Anffas – aggiunge la delegata della Fp Cgil Milano – chiediamo di riaprire subito le trattative e al governo e alle Regioni di fare gli stanziamenti opportuni per il rinnovo del ccnl”.