27 Jul 2024
HomePubblicazioneVigili del Fuoco / La protezione che manca

Vigili del Fuoco / La protezione che manca

incendio

La Fp Cgil Lombardia ha denunciato l’aumento di tumori e morti tra le lavoratrici e i lavoratori del Corpo, e chiesto l’istituzione di un tavolo regionale di lavoro e monitoraggio, di cui si attende la partenza e l’evoluzione. La tematica interessa tutta l’Italia. E Raffaele Cozzolino, componente del Coordinamento VVF Fp Cgil Nazionale e dell’Osservatorio bilaterale per le politiche sulla sicurezza sul lavoro e sanitarie, ne offre, con questa intervista, uno scorcio

1 sett. 2023 – La Fp Cgil Lombardia, con il coordinatore Michele Giacalone e il segretario Dino Pusceddu, ha denunciato nei giorni scorsi come tra i Vigili del Fuoco anche della nostra regione siano in aumento tumori e decessi.

Abbiamo chiesto alla Direzione regionale di istituire un tavolo permanente di lavoro per fare un censimento sia delle lavoratrici e lavoratori che si sono ammalati sia di quelli morti per il lavoro, in modo da avere il quadro preciso di una situazione seria, e per provare decisamente a cambiarla e ad agire la prevenzione”, ha affermato Giacalone. “La tutela della salute e sicurezza delle donne e degli uomini dei Vigili del Fuoco non può essere una priorità solo della CGIL che da anni denuncia senza sufficiente attenzione dei governi e dell’amministrazione la pericolosità delle polveri a cui vengono esposti i Vigili del Fuoco. Chiediamo con forza che vengano aumentate le tutele e che si migliorino le procedure di decontaminazione. La salvaguardia dell’incolumità e dei diritti dei Vigili del Fuoco deve essere considerata un dovere imprescindibile dallo Stato”, ha dichiarato Pusceddu.

E mentre Giacalone informa che “si sta lavorando per avere al tavolo il medico incaricato”, di cui racconteremo nelle prossime settimane, abbiamo intervistato Raffaele Cozzolino, del Coordinamento VVF Fp Cgil Nazionale.

I Vigili del Fuoco hanno carenze di personale, a tutti i livelli, di mezzi e divise, di risorse. E anche della copertura Inail per le malattie professionali. “Servono anche i medici competenti – esordisce il vigile sindacalista -. Questa figura è indispensabile per avere, oltre alle visite, anche la sorveglianza sanitaria, che va dall’assunzione fino alla pensione delle donne e degli uomini del Corpo. È con la sorveglianza sanitaria che il medico può valutare lo stato di salute della persona nel tempo (in caso di mobilità del lavoratore o della lavoratrice, trasferendone la cartella clinica al medico collega di quel comando e interloquendo con lui) e capire quali azioni fare. Mentre il medico incaricato, cui si ricorre in sua vece, è un professionista con incarico biennale/triennale, si limita a fare le visite e non le valutazioni”.

Cozzolino, per i VVF della Fp Cgil Nazionale, fa parte dell’Osservatorio bilaterale per le politiche sulla sicurezza sul lavoro e sanitarie, ed è un appassionato sostenitore e divulgatore della campagna “Particella Pazza”, portata, insieme al coordinatore nazionale Mauro Giulianella e ad Andrea Nevi, vice coordinatore nazionale VVF, fino al Parlamento Europeo.

La nostra campagna a tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori dei Vigili del Fuoco è stata condivisa anche da altri paesi europei. Le particelle pazze sono tutte quelle sostanze nocive cui noi veniamo in contatto durante gli interventi per spegnere un incendio o magari per mettere in sicurezza edifici pericolanti dove è presente l’amianto. La nostra categoria professionale è la più esposta di tutte alla contaminazione, non conosciamo le sostanze che bruciano, i composti che si formano nelle zuppe di fumi che noi inaliamo. Non abbiamo dati! Sappiamo – prosegue Cozzolino – che le nanoparticelle sono infinitesimali e più piccole dell’ordito delle nostre divise, per cui attraversano i tessuti e vengono assorbite dalla pelle. Per questo tra i nostri problemi di salute principali ci sono i tumori, le cardiopatie, l’ictus, l’infarto, la tromboembolia polmonare”.

La Fp Cgil sta evidenziando in particolare, in questa fase, le malattie oncologiche. “La decontaminazione delle nostre divise, dei nostri dispositivi di protezione individuale, è indispensabile per la nostra salute. Ma proprio per via di queste ‘particelle pazze’, quando, ad esempio, interveniamo per spegnere l’incendio di un’auto, dovremmo decontaminarci subito dopo. Dovremmo anche, a fine intervento, imbustare la divisa e consegnarla nelle sedi di servizio per farla decontaminare, insieme al mezzo. Invece, rimettiamo in borsa la divisa per il lavoro successivo. E così, non solo ci ammaliamo, ma diventiamo anche portatori di malattia”, considera Cozzolino.

Segnalate un aumento dei tumori ai testicoli. “Sì, tra gli altri. È la parte del corpo che assorbe di più. Durante gli interventi, che durano anche ore, noi dobbiamo bere molto e facciamo pipì. Avremmo bisogno di fazzolettini imbevuti per poterci lavare prima le mani, che assorbono le sostanze. Non li abbiamo. Qui, la buona notizia, che rappresenta una vittoria della Fp Cgil, è che ora questa malattia viene riconosciuta, fatta la causa di servizio”.

Dopo la causa di servizio? “Come per il mesotelioma provocato dall’amianto, a malattia conclamata spetta al lavoratore fare la rivendicazione con il medico legale. Devi sempre essere tu a iniziare la vertenza con l’Amministrazione”.

Certo che, a fronte del quotidiano impegno e dedizione, dei costanti rischi e pericoli per il tipo di lavoro svolto, attenzioni e riconoscimenti concreti verso le donne e gli uomini dei Vigili del Fuoco non paiono proprio essere all’altezza. “Infatti la salute non può essere misurata in costi, siamo un bene prezioso a servizio della popolazione e del Paese. Avanzeremo delle proposte per salvaguardare, a tutti i livelli, le lavoratrici e i lavoratori che dovessero ammalarsi e che non devono rimetterci sul piano salariale e professionale. Come Cgil andremo avanti con grande determinazione nel sostenere le nostre rivendicazioni a tutela di tutte le lavoratrici e i lavoratori. L’Amministrazione, lo Stato, dovranno capire che bisogna spendere tutto quello che va speso. Sia in termini di prevenzione, con la diagnostica e l’assistenza, con esami e visite più a breve termine (invece che ogni 2 anni, almeno una volta all’anno) e i dovuti Dpi e le decontaminazioni. Sia in termini di formazione, per come usare e cambiare in modo corretto i dispositivi di protezione individuale, ad esempio. Qui segnalo una denuncia sul sottocasco fatta come Fp Cgil. È un Dpi fondamentale che protegge mandibole, fronte, mento, cuoio capelluto. Ed è fragile, di seconda categoria. Lo hanno passato alla terza, per ora è solo un passaggio di nome ma dovrà avere le giuste caratteristiche e quindi essere più tutelante”, chiude Cozzolino.