3 Jul 2024
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La sanità lombarda deve cambiare!

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Il decalogo del Comitato Promotore del Referendum sulla sanità in Regione Lombardia dopo lo stop della maggioranza del centrodestra consiliare al referendum abrogativo. Dieci giorni di iniziative e ricorso al Tar. Tramparulo (Fp Cgil Lombardia): “Noi non scherziamo. La salute è un bene inalienabile, individuale e collettivo. Non una merce. Per questo la nostra lotta va avanti”

4 ott. 2023 – Dieci iniziative, dal 12 al 21 ottobre (il 21 con un’iniziativa regionale a Milano), dieci obiettivi e ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale. Il Comitato Promotore del Referendum sulla Sanità in Regione Lombardia va avanti dopo “l’arrogante e antidemocratica decisione della maggioranza in Consiglio regionale” che ha stoppato i quesiti referendari per abolire l’equivalenza tra sanità pubblica e sanità privata e per ridare in mano alla prima, con le Ats e le Asst, programmazione e controllo dei servizi.

Le scelte politiche sbagliate della Regione Lombardia negli ultimi trent’anni hanno prodotto: liste d’attesa infinite, diseguaglianze per reddito nell’accesso alle cure, lo smantellamento della medicina territoriale, sbilanciamento verso un privato sempre più finalizzato solo ad una logica di profitto, incapacità di garantire le prioritarie azioni di prevenzione (es. sicurezza sul lavoro),il peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari, spese impazzite con i ‘medici gettonisti’, nessun governo delle rette a carico dei cittadini nelle RSA e nei servizi perla disabilità. La pandemia non ha insegnato nulla a chi governa questa regione!” denuncia in un volantino il Comitato Promotore (di cui fanno parte oltre cento soggetti, tra cui la Cgil regionale con la categoria della Funzione Pubblica e lo Spi, il sindacato dei Pensionati).

“Lo stop referendario è un bavaglio alle cittadine e ai cittadini lombardi, a cui va garantito il diritto alla salute previsto dalla Costituzione Italiana, e pertanto che, con uno strumento democratico, hanno la possibilità di esprimersi su alcuni aspetti da riformare del sistema sanitario regionale”, afferma Lello Tramparulo, segretario della Fp Cgil Lombardia.

Quali sono i dieci obiettivi del Comitato? “Due sono da raggiungere a stretto giro e sono, uno, il centro di prenotazione unico e pubblico dove, con dati sulle liste d’attesa e bilanci resi pubblici dagli enti accreditati, i cittadini possano accedere a 360 gradi alle prestazioni erogate; l’altro, l’applicazione delle norme per cui le impegnative dei medici di base vanno rispettate nei tempi prescritti. Un modo, questo, anche per ridurre le attività in libera professione – risponde Tramparulo -. Gli altri obiettivi sono riaffermare la centralità della sanità pubblica in Lombardia, introdurre una programmazione sociosanitaria che, dall’analisi dei bisogni, garantisca servizi e monitori costantemente, in base ai dati epidemiologici, la loro adeguatezza, anche attraverso giusti finanziamenti. Rideterminare i criteri di accreditamento in relazione ai fabbisogni di salute, concretizzare l’integrazione fra sanità ospedaliera, territoriale e servizi sociali. E ancora, punto imprescindibile per la nostra categoria – sottolinea Tramparulo – vanno assolutamente migliorate le condizioni di lavoro delle operatrici e degli operatori socio-sanitari e integrati nei servizi pubblici i medici di medicina generale. Anche retribuzioni e diritti devono essere adeguati, per cui basta con i contratti pirata!”.

Mancano ancora tre obiettivi. “Vogliamo che, come previsto dal piano di ripresa europeo, si realizzi l’integrazione tra servizi sanitari e sociali con Case della Comunità e Ospedali della Comunità pronti ed efficienti nella presa in carico dei bisogni delle persone. Chiediamo che Regione riveda gli accreditamenti per le Residenze sanitarie assistite tenendo insieme la garanzia di servizi di qualità per le persone anziane ospiti e di lavoro e diritti saldi per le lavoratrici e i lavoratori. Regione deve essere più partecipe nel funzionamento delle strutture e nelle verifiche del corretto trattamento normo-economico del personale. Ma come Comitato chiediamo anche che il Servizio Sanitario Nazionale metta più risorse per le rette. E poi c’è la filiera dei servizi domiciliari da potenziare”.

Un programma corposo. “Il Fondo sanitario nazionale va per forza incrementato, come servono stanziamenti per rinnovare i contratti nazionali di lavoro. Questo obiettivo è fuori dalla decade perché la precede, è il punto zero. Regione dovrà farne istanza al Governo. Noi non scherziamo. La salute è un bene inalienabile, individuale e collettivo. Non una merce. Per questo la nostra lotta va avanti”, chiude Tramparulo.

Volantino

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