I sindacati, dopo l’incontro in Prefettura e l’assemblea con le lavoratrici e i lavoratori, congelano lo stato di agitazione del personale amministrativo in attesa di un riscontro da parte del Ministero. Chiummo (Fp Cgil): “Contrastiamo la scelta unilaterale dell’amministrazione di cambiare l’accordo del 2017 sull’orario di lavoro. La Giustizia soffre di tanti problemi, a partire dalle carenze strutturali di organico. Non si scarichino sulle lavoratrici e i lavoratori che operano con dedizione e professionalità”
7 feb. 2024 – “Lo stato di agitazione del personale amministrativo del Tribunale di Bergamo è stato sospeso. Non significa revocato ma significa che per 2 settimane viene congelato, in attesa che in questo frangente ci sia un incontro con un esponente del Ministero della Giustizia. Se così non fosse, allora faremo ripartire lo stato di agitazione con tutto il crescendo conflittuale che potrebbero derivarne”. Così Leopoldo Chiummo, segretario della Fp Cgil orobica, nel raccontare gli sviluppi della lotta unitaria per le lavoratrici e i lavoratori del Tribunale cittadino che lunedì scorso, 5 febbraio, si sono ritrovati in un’assemblea “storica”, come la definisce il sindacalista, perché molto partecipata, con oltre gli oltre 100 lavoratori e lavoratrici presenti sui circa 190 complessivi.
“In assemblea abbiamo spiegato cosa è emerso nell’incontro avvenuto per il tentativo di conciliazione con il Prefetto, che si è impegnato a farsi portavoce di questa nostra vertenza”, aggiunge Chiummo.
Una vertenza per? “Il Tribunale è stato dichiarato dal Ministero ‘sede disagiata’ per i costi di una città come Bergamo, cara in tutto e dunque anche ardua per ricercare un’abitazione. Ma il disagio non sta solo qui. Le ormai strutturali carenze di organico rendono le condizioni di lavoro più difficili. E i pensionamenti o le nuove assunzioni non vengono fatte con personale stabile ma precario che alla prima occasione, ad esempio un concorso che dà loro prospettive più certe, va via. In un contesto simile, la decisione unilaterale dell’amministrazione di cambiare l’accordo sindacale del 2017 su un orario di lavoro declinato per conciliare i tempi di vita e di lavoro è stata come una sberla in faccia, per le lavoratrici e i lavoratori, anche perché in questi anni con quell’orario di lavoro hanno raggiunto risultati importanti, grazie alla loro dedizione e professionalità – risponde il segretario della Fp Cgil -. Va anche rilevato che le varie riforme della Giustizia vengono calate dall’alto con riorganizzazioni tampone invece che con una visione di sistema e con la necessaria formazione. Se poi non ci sono gli strumenti adeguati per portare avanti l’innovazione tecnologica e organizzativa è comprensibile come da un ambiente di lavoro come questo, dove gran parte delle difficoltà vengono scaricate sul personale in essere, si sia più motivati ad andarsene che a restare. Auspichiamo che questa nostra lotta possa avere esito positivo, divenendo paradigmatica anche per tanti altri uffici giudiziari in una situazione simile”.