6 Jul 2024
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‘La Lombardia SiCura’ / Il 1° marzo parte la raccolta firme per la sanità

relatori La Lombardia SiCura

14 feb. 2024 – Il cartello ‘La Lombardia SiCura’ ha presentato, mercoledì 14 febbraio, in conferenza stampa a Palazzo Pirelli, la campagna per dare voce a cittadine e cittadini lombardi in materia di sanità pubblica.

La strada referendaria intrapresa nei mesi scorsi dal Comitato Promotore del Referendum per la Sanità Pubblica, fondato da Medicina Democratica, Osservatorio Salute, la CGIL Lombardia insieme alla categoria della Funzione Pubblica e al Sindacato del Pensionati, Arci Lombardia e le ACLI, è stata bloccata dal governo di centrodestra della Regione ma il Comitato non si è arreso e ha fatto ricorso al Tar.

Ora ha cambiato nome, ‘La Lombardia Sicura’, appunto, realizzato un sito internet, una email, e la propria presenza sui social network  (FacebookInstagram, X, Youtube, TikTok, Telegram), e, in attesa della prima udienza dai giudici (il 16 aprile), perché al referendum non si rinuncia, dal 1° marzo fa partire intanto una raccolta firme (saranno poi consegnate a Regione Lombardia), sia cartacea sia sulla online sulla piattaforma change.org, su una petizione in cinque punti: Centro Unico di Prenotazione per tutte le strutture, pubbliche e private accreditate, con pena, per queste ultime, in caso di mancata condivisione delle agende, di  interruzione della convenzione; abbattimento delle liste d’attesa, attraverso un controllo costante da parte della Regione e delle Ats di tutte le strutture; fine dell’esperienza con i medici gettonisti e stop all’aumento di personale sanitario a partita Iva nella sanità pubblica a cui servono invece assunzioni e stabilizzazioni del personale precario; migliorare in generale i servizi per le persone anziane e, per le Rsa, prevedere (tra le varie istanze) per le persone ospitate, l’intera copertura dei costi sanitari in carico al servizio sanitario, sgravando così almeno del 50% la retta in capo alle famiglie; rafforzamento dei servizi territoriali, con le risorse economiche e professionali necessarie.

‘La Lombardia SiCura’, oltre alla raccolta firme, cercherà di ampliare il più possibile la sua rete, ad esempio chiedendo ordini del giorno e mozioni ai vari consiglieri comunali, in modo da amplificare e dare più forza a questa mobilitazione a difesa di un diritto fondamentale qual è quello alla salute per tutte e tutti, come ha spiegato Vittorio Agnoletto, Osservatorio Salute, aprendo la conferenza stampa.

Con lui hanno preso parola, in rappresentanza dei soggetti organizzatori, Andrea Villa, Acli Lombardia, Catello Tramparulo, segretario Fp Cgil Lombardia, Massimo Cortesi, Arci Lombardia, Marco Caldiroli, Medicina Democratica, Monica Vangi, segretaria Cgil Lombardia (vd. foto di Elena Peracchi)

Qui la playlist di tutti gli interventi (fonte: ecoinformazioni.com) >>>

I sindacalisti della Cgil, prima Tramparulo della Funzione Pubblica, e poi Vangi della Confederazione lombarda, nel loro intervento hanno messo il dito sul principale nodo da sciogliere, che è quello della volontà politica – da Regione Lombardia al Governo nazionale con le sue politiche, vedi la legge di bilancio – a cambiare registro.

Tramparulo ha sottolineato lo stretto legame tra “il personale, tema centrale” e la qualità dei servizi da garantire, sapendo che “il rilancio della sanità pubblica passa anche dal personale che ci cura”. Lavoratrici e lavoratori che, dopo la pandemia da Covid-19 e gli enormi sforzi sostenuti per farvi fronte, si aspettavano un cambio di passo nell’organizzazione del lavoro e nella distribuzione dei carichi, oltre che un riconoscimento e valorizzazione professionali. E, invece, le condizioni di lavoro si fanno sempre più pesanti e non ci sono risorse, nella legge di bilancio, per rinnovare adeguatamente il loro contratto. E allora “scappano perché stanno male”. Così, in una regione dove peraltro la popolazione invecchia sempre di più e occorre prevedere una “programmazione in grado di rispondere ai nuovi bisogni”, si chiede al personale che rimane di lavorare ancora di più, visto che non arrivano le necessarie nuove assunzioni e le stabilizzazioni. Per il segretario della Fp Cgil regionale è ora importante, a maggior ragione ai fini della riuscita di questa campagna e con l’auspicio di andare poi al referendum abrogativo di tre punti critici della legge regionale sanitaria 33/2009, “riallacciare l’alleanza tra cittadini e lavoratori che nel tempo, forse, è un po’ sbiadita”.

Dello stesso avviso è Monica Vangi, segretaria della Cgil Lombardia, che ribadendo la convinta adesione del sindacato del quadrato rosso, nelle sue varie articolazioni, a questa cruciale lotta, ha parlato della determinazione ad andare avanti “insieme” per “un cambiamento culturale” che “richiederà tempo”. Con la consapevolezza di avere “un compito: far capire ai cittadini che non bisogna più rassegnarsi”. Al dover pagare per una visita nel Ssn, alla lunghezza delle liste d’attesa e dei tempi per un intervento chirurgico. “Non è normale”. Cioè, non è come detta la norma, la legge che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale, la 833 del 1978, né come detta “la nostra straordinaria Carta Costituzionale”.

In Lombardia, insomma, la Cgil anche in questo percorso comune con ‘La Lombardia SiCura’ prosegue sulla strada indicata con ‘La Via Maestra’ nazionale.