“Basta parlare di cordoglio, è il momento che il Governo le imprese e le loro associazioni di rappresentanza si assumano le responsabilità: massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro sono conseguenze di scelte, non una fatalità!”. Vanoli (Fp Cgil Lombardia): “Inaccettabile questa carneficina quotidiana. Fermarla deve essere una priorità”
19 feb. 2024 – “Ogni singola tragedia è la tragedia di tutte e di tutti. Facciamoci Rispettare!”. Così Cgil e Uil nazionali in una nota diffusa oggi di fronte alla strage senza fine di persone che muoiono sul lavoro. E mercoledì 21 febbraio, accanto allo sciopero nazionale indetto da Cgil e Uil e le categorie degli edili e dei metalmeccanici nelle ultime due ore di ogni turno, dopo la strage dei cinque operai a Firenze in un cantiere per edificare un supermercato Esselunga (i segretari generali confederali Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri parteciperanno alla manifestazione nel capoluogo toscano, dalle ore 16.30), ci sarà una mobilitazione di tutte le altre categorie, con assemblee e iniziative nei territori (qui quelle in Lombardia >>>).
Solo nei primi quindici giorni di febbraio le vittime sono state oltre 40. Quando nel 2023 sono state più di 1000 (le denunce ufficiali all’Inail sono state 1041, ma 1466 per l’Osservatorio nazionale di Bologna che conta anche chi è senza assicurazione, come riportato da Collettiva nel servizio “Lavoro killer, in Italia un morto ogni sei ore”), con il triste primato della Lombardia.
“Basta parlare di cordoglio, è il momento che il Governo le imprese e le loro associazioni di rappresentanza si assumano le responsabilità: massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro sono conseguenze di scelte, non una fatalità! – affermano Cgil e Uil -. Si è deciso di fare cassa togliendo le risorse per gli ispettori del lavoro e la medicina per la prevenzione sul territorio; deregolamentare la catena degli appalti, non intervenire sugli appalti privati, fino al punto che non si riesce a capire quali e quante ditte sono in un cantiere e di costringere le persone migranti a lavorare in clandestinità”.
Le due Confederazioni evidenziano che la piattaforma unitaria – cioè le proposte e rivendicazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, elaborate anche con la Cisl – “è stata ignorata e si continua ad agire senza il confronto con chi è nei posti di lavoro”.
Quali interventi propongono i sindacati? Ad esempio, la patente a punti per premiare le imprese virtuose rispetto alla salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori e degli ambienti e la responsabilità su tutta la filiera per chi vince gli appalti, oltre che un rafforzamento dei servizi di medicina del lavoro e dell’Ispettorato del lavoro. “Con la patente a punti oggi probabilmente quelle aziende non avrebbero potuto avere l’appalto Esselunga; con una congruità anche su tempi e modi di esecuzione ci sarebbe un limite allo sfruttamento del lavoro; con l’obbligo alla timbratura si saprebbe chi e quanto tempo lavora in un cantiere”, sostengono Cgil e Uil. Chiedendo con grande forza “tutte le agibilità necessarie per gli RLS, RLST, delegati di sito alla sicurezza. Vogliamo il ripristino della parità di trattamento negli appalti e la responsabilità dell’impresa committente. Vogliamo l’applicazione dei CCNL del settore di riferimento, sottoscritti dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative, vogliamo la formazione obbligatoria prima di accedere nel luogo di lavoro. Questi sono i cambiamenti necessari – ammoniscono -, altrimenti i richiami alla cultura della sicurezza sono frasi vuote. Vogliamo luoghi di lavoro sicuri senza il ricatto della perdita del lavoro e dei bassi salari. A partire dai cantieri. Vogliamo l’apertura di un confronto vero il Governo su questi punti e su tutta la Piattaforma unitaria”.
“Il lavoro, con le persone che lo praticano, le lavoratrici e i lavoratori, va rimesso al centro delle politiche, è inaccettabile questa carneficina quotidiana. Fermarla deve essere una priorità – commenta Manuela Vanoli, segretaria generale Fp Cgil Lombardia -. Come categoria da tempo chiediamo rinforzi rispetto alle figure preposte alla salvaguardia, prevenzione e controllo dei luoghi di lavoro: il piano di assunzioni straordinario che chiediamo per tutte le pubbliche amministrazioni serve anche per la salute e sicurezza sul lavoro. I servizi delle Aziende sanitarie e dell’Ispettorato del Lavoro operano in gravi condizioni di carenze di organico e non colmarle, a fronte di un’emergenza nazionale qual è quella dei morti sul lavoro, significa assumersi una precisa responsabilità. Fare una scelta molto concreta che, altrettanto concretamente, contrasteremo con grande tenacia. Lavorare in salute e in incolumità è tema trasversale, vale anche per tutti i settori che rappresentiamo, dall’igiene ambientale alla cooperazione sociale, dalla sanità ai Vigili del fuoco, dai servizi di prossimità degli enti locali e delle funzioni centrali alla Polizia locale e alla Polizia Penitenziaria. E la nostra denuncia non riguarda solo gli infortuni mortali ma anche le malattie professionali. Lavorare non deve fare né morire né ammalare”, esorta la dirigente sindacale.
Volantino Cgil Uil su salute e sicurezza