La denuncia della Fp Cgil territoriale, con la segretaria generale Tania Goldonetto
17 apr. 2024 – “Se prima la tendenza poteva essere quella di esternalizzare completamente il servizio a terzi, oggi la situazione sul nostro territorio è ancora più complicata e da tenere sotto controllo, perché in realtà quello che stanno facendo nei nidi comunali, vedi a Villasanta e Brugherio, è l’esternalizzazione progressiva della manodopera”. Così Tania Goldonetto, segretaria generale della Fp Cgil Monza Brianza.
Più nello specifico?
“Man mano che le educatrici e gli educatori dipendenti comunali vanno in pensione o cessano l’attività a qualsiasi titolo – a noi preoccupa maggiormente quello che può essere programmato, il pensionamento -, le amministrazioni non prevedono i bandi di selezione per avallare il turnover di questo personale che viene sostituito con quello delle cooperative sociali oppure, come nel caso di Brugherio, agenzie interinali”.
Un esempio?
“Al nido comunale di Villasanta sono andate via, negli ultimi 4 anni, 4 educatrici e una andrà in pensione a giugno di quest’anno. Quindi su un totale di 11 educatrici ne avremo 6 dipendenti comunali e 5 dipendenti della cooperativa, alle quali si aggiunge la coordinatrice dipendente della cooperativa. Quindi il personale è al 50% comunale e per l’altra metà di cooperativa – riferisce Goldonetto -. Stessa situazione al Comune di Brugherio, dove 6 educatrici sono dipendenti pubbliche e altre 6 dipendenti dell’agenzia interinale. Dal 2022 al 2023 sono andate via 8 educatrici, mai sostituite”.
È un fenomeno recente?
“La storia di questa provincia ci dice che già in passato comuni come Desio, Varedo, Cogliate o Muggiò hanno fatto operazioni di questo tipo, tant’è che in queste città oggi abbiamo una percentuale bassissima di personale educativo comunale mentre viceversa è alta per quello delle cooperative – risponde -. Questa prassi è sfuggita al nostro controllo, vorrebbe dire tenere monitorate anno per anno, mese per mese le uscite, e, soprattutto, gli enti non hanno nessuna intenzione di tornare direttamente ad assumere”.
Che fare?
“Chiederemo alle amministrazioni tutta una serie di incontri di monitoraggio e di verifica sia dei nidi comunali che delle scuole materne. Ma non solo. Un controllo che faremo è rispetto al fatto che in alcuni di questi comuni ci risulta lavorino fianco a fianco educatrici ed educatori dipendenti delle cooperative e dipendenti pubblici. Quindi su questo poi faremo gli opportuni interventi”.
Altro?
“Ovviamente la situazione del settore educativo 0-6 anni è un po’ in linea con quello che sta accadendo anche a livello regionale. Nessuna sostituzione, difficoltà nel mantenimento del rapporto educatore-bimbo, profilo professionale. Inoltre, la circolare che adesso, ai fini dell’accreditamento, indica i 205 giorni e non più le 42 settimane di calendario scolastico, ci sta creando un po’ di problemi rispetto a quelle che prima erano settimane incentivate e oggi invece, considerando i 205 giorni di attività diretta con i bambini, non lo sono più – afferma Goldonetto -. Educatrici ed educatori si trovano quindi a dover lavorare su luglio, mese prima fuori (i ‘famosi’ nidi estivi) e ora portato dentro il calendario scolastico ordinario, senza più l’incentivo o con una importante riduzione. Su questo a livello regionale stiamo cercando di capire come gestirli anche in termini di progettualità. Più in generale – continua la sindacalista -, in linea con la mobilitazione della Fp Cgil nazionale, stiamo continuando le assemblee con le lavoratrici e i lavoratori, rivendicando un futuro vero per questi fondamentali servizi pubblici, che devono essere un diritto pieno per tutte le bambine e i bambini e rappresentare dignità, riconoscimento e valorizzazione per chi li segue”.