Alla Rsa Madre Colomba Gabriel, dove è in corso lo stato di agitazione unitario per rinnovare il contratto nazionale Uneba, vengono messe e rimosse le bandiere sindacali. Tomasini (Fp Cgil Mantova): “La libertà sindacale è un diritto. La Rsa pensa, levando le nostre bandiere, di tutelare la propria immagine. Quell’immagine si tutela in modo onesto stando dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori, che significa stare dalla parte della qualità dei servizi e quindi dell’utenza fragile”
6 mag. 2024 – “Manifestare dissenso anche con le bandiere sindacali è legittimo. La libertà sindacale è un diritto. Vogliamo rendere visibile che c’è una protesta in corso. Sia a livello nazionale che locale è stato indetto lo stato di agitazione unitario per rivendicare un rinnovo dignitoso del contratto nazionale Uneba. Alla Rsa Madre Colomba Gabriel di Solferino, gestita dalla società Salus, per ben due volte le bandiere delle categorie confederali sono state tolte. Inverosimile e inaccettabile! Proseguiremo nella tutela del personale”, afferma Magda Tomasini, segretaria della Fp Cgil Mantova.
Come?
“La Rsa è di proprietà delle Suore Benedettine di Carità. Per questo, dopo una prima diffida a cui è seguito il ripristino delle bandiere, durato poco perché sono state poco dopo di nuovo tolte, abbiamo inviato una seconda diffida alla Rsa, alla Salus, a Uneba Mantova e, per conoscenza al Vescovo. Bisognerebbe mostrare solidarietà verso le lavoratrici e i lavoratori, che hanno la loro dignità e hanno diritto a un rinnovo contrattuale che tenga conto del costo della vita. Non è con un incremento del 3,58% circa, pari ai 50 euro proposti al tavolo nazionale da Uneba, che si dà un segnale concreto di rispetto e riconoscimento di chi quotidianamente lavora per assistere altre persone e in condizioni fragili – risponde Tomasini -. Peraltro le bandiere sindacali sono state messe in tutte le 30 strutture che nel territorio mantovano applicano il ccnl Uneba. La Rsa di Solferino pensa, levando le nostre bandiere, di tutelare la propria immagine. Quell’immagine si tutela in modo onesto stando dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori, che significa stare dalla parte della qualità dei servizi e quindi dell’utenza fragile. Prima si capisce questo e meglio sarà. Diversamente passeremo alle vie legali”.