26 Nov 2024
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La Lombardia Sicura / La petizione prosegue fino al 10 giugno

La Lombardia SiCura, Comitato

Raccolte, dal 1° marzo, più di 60mila firme. Il Tar, dopo l’udienza di aprile, fissa la prossima a novembre, respingendo i rilievi di Regione al ricorso e chiedendo di notificarlo anche al Consiglio Regionale, oltre che alla Giunta. Tramparulo (Fp Cgil): “La battaglia legale va avanti e anche noi, con tutto il Comitato, auspichiamo in un suo esito positivo. Di ragioni ne abbiamo molte, a partire da quelle cinque rappresentate nella petizione”

7 mag. 2024 – Con più di 60mila firme raccolte finora, la petizione, lanciata il 1° marzo scorso, dal Comitato “La Lombardia Sicura” prosegue in difesa “del diritto alla salute e alla sanità pubblica” nella nostra regione, diventata paradigma in negativo di un modello che spinge sempre di più verso il privato e dunque snaturando un diritto in privilegio.

La petizione, sia ai banchetti di volta in volta organizzati a livello locale, sia on line, durerà fino al prossimo 10 giugno.

Sostegno alla causa arriva anche dalle “mozioni votate nei Comuni”. Per la precisione, a oggi, quelle di Canegrate, Pregnana Milanese, San Felice Benaco e Mantova, dove, oltre a rilanciare i cinque puntelli della petizione, si chiede alla Giunta di Regione Lombardia e ai Sindaci di “appoggiare ogni iniziativa di miglioramento del servizio sanitario regionale affinché garantisca il diritto alla salute tramite un accesso universalistico e non discriminatorio, con risorse idonee e fondate sulla progressività in attuazione dell’art. 32 della Costituzione della Repubblica”.

Il Comitato (fondato da Medicina Democratica, Osservatorio Salute, Arci Lombardia, le Acli, la Cgil con la categoria della Funzione Pubblica e il Sindacato Pensionati, a cui nei giorni, si sono aggiunte diverse associazioni e partiti), nell’aggiornare sulle evoluzioni del percorso intrapreso dopo lo stop, da parte del Consiglio Regionale, all’idea originaria – e a cui non si vuole rinunciare – di portare le cittadine e i cittadini lombardi a votare per abrogare alcuni commi della legge sanitaria regionale, informa che, dopo il ricorso presentato al Tar, nell’udienza dello scorso aprile, il Giudice non ha accolto i rilievi della Regione e deciso di “notificare il ricorso al Consiglio Regionale (in aggiunta alla Giunta Regionale). La prossima udienza è fissata al 13 Novembre 2024”.

La battaglia legale, dunque, va avanti e anche noi della Fp Cgil, con tutto il Comitato, auspichiamo in un suo esito positivo. Di ragioni ne abbiamo molte, a partire da quelle cinque rappresentate nella petizione: realizzare un Centro Unico di Prenotazione (Cup) tra strutture pubbliche e private, eliminare le liste d’attesa, smettere di ricorrere ai medici a gettone, migliorare le Rsa e i servizi per le persone anziane e, per tutte, giovani e meno giovani, potenziare e rilanciare la sanità territoriale – afferma Lello Tramparulo, segretario della categoria lombarda -. Continueremo a raccogliere firme per questa petizione che, dopo il 10 giugno, consegneremo alla Regione. Quando, ai banchetti che allestiamo negli ospedali e nelle piazze, parliamo con le persone, non occorrono tante spiegazioni: in tanti, in troppi, sanno cosa vuol dire prenotare una visita medica o un esame nel pubblico e dover aspettare mesi e mesi. Per questo c’è chi rinuncia, purtroppo, a curarsi. Pagare il privato non è per tutti. Ma va anche segnalato – sottolinea il sindacalista – che il diritto alla salute riguarda anche il personale sanitario e sociosanitario: le lavoratrici e i lavoratori, con l’indebolimento progressivo della sanità pubblica, hanno peggiorato le loro condizioni, saltano riposi e ferie, hanno carichi sempre più pesanti e si sentono stritolati tra il dovere di assolvere i propri compiti e il pressing quotidiano delle cittadine e dei cittadini. La situazione degli ospedali, ad esempio, è preoccupante: la carenza di organici pesa ogni giorno di più, accentuata dalla fuga di operatrici e operatori alla ricerca di condizioni migliori. Dobbiamo e vogliamo invertire la rotta. La sanità pubblica è un bene comune, salvaguardiamola”.