La relazione di Manuela Vanoli, segretaria generale Fp Cgil Lombardia, all’Assemblea Generale della categoria regionale
12 giu. 2024 – Elezioni europee, contesto nazionale e internazionale, impegni sindacali settoriali e nel quadro delle attività della Cgil. Manuela Vanoli, segretaria generale della Fp Cgil Lombardia, nella sua relazione all’Assemblea Generale della categoria regionale ha fatto la sintesi di una realtà dalle tante incognite e preoccupazioni e sicuramente molto impegnativa e sfidante.
Per una categoria che ha fatto della democrazia, con le elezioni delle Rsu, cuore pulsante, il dato dell’astensionismo confermato anche dalle europee è un pessimo segnale.
“La democrazia è partecipazione e creare consenso per noi è vitale. Il fatto che così tante persone decidano di non decidere è una delle criticità che più mi preoccupa e che la politica da un lato e noi come organizzazione sindacale dall’altro (dalle manifestazioni al tesseramento) dobbiamo affrontare quanto prima”, sostiene la segretaria generale.
All’astensione al voto – nel nostro Paese meno del 50% delle cittadine e dei cittadini ha esercitato questo diritto – si aggiunge un’Europa che, pur mantenendo un Parlamento a maggioranza pro Ue, “si colora di nero, un nero che precipita verso la contrazione della democrazia e i diritti per tutte le persone”.
Tutta la Cgil, da tempo, insieme alla rete europea dei sindacati e anche alla rete nazionale ‘ La Via Maestra’, composta da associazioni laiche e cattoliche, aveva lanciato l’allarme sull’avanzare del pericolo.
Restando in Italia, Vanoli rileva come “l’attacco alla Costituzione da parte di questo governo di destra, che oggi si sente più forte che mai, si è palesato in tutta la sua evidenza e trova il suo culmine nel progetto di premierato, ritenuto da Giorgia Meloni madre di tutte riforme. E così, con la Presidente del Consiglio che non si dichiara antifascista, avanza il neofascismo di stampo missino che mette tra parentesi il fascismo storico tra dichiarazioni strumentalmente imbonitrici e bugie, e via via viene smantellata la democrazia liberale. Siamo di fronte a un attacco al mondo del lavoro e ai suoi diritti, a partire dal diritto di sciopero; attacco ai diritti delle donne, dei giovani (tra i primi a essere manganellati dalle forze di polizia), dei migranti, delle persone con disabilità; attacco ai diritti civili; attacco ai diritti di cittadinanza, da un lato con l’autonomia differenziata, dall’altro perseverando sulla strada dell’impoverimento dei servizi pubblici. E ancora attacco alla libertà di stampa, alla magistratura, al ruolo del Parlamento e del Presidente della Repubblica. Attacco alla democrazia, appunto, come espressa dalla nostra Costituzione”.
Quindi, cosa succede? “Aumentano le disuguaglianze” e “non si fa nulla per sanarle ma semmai si colpisce chi è povero, diminuendo la protezione sociale e viceversa spalancando le porte all’evasione fiscale che, oltre a favorire illegalità e mafie, mina il patto di cittadinanza per cui pagare le tasse serve a tutte le persone del Paese, finanziando i servizi pubblici e le retribuzioni di chi li fa funzionare”, spiega Vanoli. Denunciando nel contempo un quotidiano fatto di morti sul lavoro, femminicidi, dignità calpestata, vedi ad esempio nel mondo carcerario.
“Le carceri continuano a scoppiare – lo sappiamo bene qui in Lombardia – e non si fanno interventi urgenti per renderne più sane le condizioni, con politiche deflattive volte a misure alternative. Succede invece il contrario, che in carcere si finisce di più, per reati o presunti tali. Le carceri come luoghi di mera punizione e non di preparazione alla riabilitazione sociale, dove aumentano aggressioni, risse, violenze sugli altri e su sé stessi. Per tutto il sistema carcerario continueremo a rivendicare migliori condizioni e rispetto della dignità delle persone”, dice la segretaria generale.
Allargando via via lo sguardo, dalla dimensione nazionale a quella internazionale, lo scenario si fa drammatico. “Il mondo è una polveriera che non si cerca di disinnescare, anzi, la corsa generale è al riarmo. In un clima di tensioni crescenti che potrebbe degenerare fino a punti di non ritorno – paventa -. Se il dramma del popolo ucraino sembra senza fine, il massacro del popolo palestinese è perseguito con una efferata crudeltà. Fanno bene i giovani a protestare, cogliendo quanta umanità si è persa. Auspichiamo che la diplomazia possa portare quanto prima a un accordo che dia futuro e pace a questa terra martoriata e che si gettino le basi per la ricostruzione. Sarà anche questa non facile, per un popolo che non può nemmeno dirsi in esilio e le cui case sono distrutte. L’Italia ripudia la guerra e chiediamo di cessare ovunque il fuoco subito. Ma chiediamo e vogliamo che anche l’Europa, di cui facciamo parte, ripudi la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Se vogliamo la pace dobbiamo preparare la pace”.
Vanoli non dimentica la crisi climatica e la messa a rischio della “tenuta stessa del pianeta. Stiamo prosciugando le risorse della Terra. Per questo come Cgil chiediamo di cambiare modello di sviluppo, una giusta transizione verso la sostenibilità ambientale”.
Nel suo intervento la segretaria generale della Fp Cgil Lombardia ha poi riassunto i principali impegni sindacali, dalla sfida epocale, con tutta la Confederazione, per i referendum popolari sul lavoro (“il prossimo anno dovremo portare a votare più del 50% degli italiani”), per i quali prosegue con tenacia la raccolta firme ai banchetti e on line, alle prossime elezioni per rinnovare le Rappresentanze sindacali unitarie. Il 3-4 dicembre 2024 quelle dell’igiene ambientale e, probabilmente, a marzo 2025 quelle di tutto il pubblico impiego.
Tra le altre varie questioni, ci sono i rinnovi contrattuali, con trattative in salita per le pubbliche amministrazioni (Sanità, Funzioni Centrali e Funzioni Locali) visto che nella legge di bilancio non sono state appostate risorse adeguate, come subito denunciato dalla Fp Cgil. “Le cifre di incremento proposte non solo non consentono di livellare un’inflazione a due cifre ma rischiano di far saltare quella revisione dell’ordinamento professionale per la quale tanto la categoria si è battuta – evidenzia Vanoli -. Ma noi non arretriamo dai nostri obiettivi di valorizzazione del personale, crescita dei salari maggiore dell’inflazione, finanziamento della contrattazione decentrata e del salario accessorio, superamento di tanti tetti, non solo quello sul salario accessorio ma anche sulle facoltà assunzionali”.
Temi che valgono per tutto il pubblico impiego, tra “carenza di personale, carichi di lavoro più pesanti, condizioni di lavoro peggiorate, scarso riconoscimento e valorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Nella nostra regione, ricorda Vanoli, la Fp Cgil ha anche aperto “lo stato di agitazione delle Funzioni Centrali, rivendicando un cambio di passo rispetto alle molteplici criticità di questo comparto e con un’attenzione dedicata a rendere più attrattivo, dopo un concorso pubblico, restare a lavorare nelle nostre città dove la vita è più cara e servirebbero convenzioni e agevolazioni, a partire dai costi degli alloggi”.
E sempre in Lombardia, “il 10 giugno si è chiusa la campagna di sensibilizzazione del Comitato ‘La Lombardia SiCura’, di cui facciamo parte come Fp con la Cgil e lo Spi, e le firme raccolte saranno ora consegnate a Regione, in attesa di avere riscontri dal Tar sul ricorso che abbiamo presentato dopo lo stop al nostro intento di andare a referendum per modificare alcuni punti della riforma sanitaria regionale. Abbiamo anche, come categoria regionale, siglato un accordo sulle prestazioni aggiuntive per ridurre le liste di attesa, uniformando a 50 euro la tariffa oraria, oltre che per abbattere le liste di attesa e per la carenza di personale, come previsto dalla legge di bilancio 2024 – aggiunge -. Ma, come abbiamo già dichiarato, l’intesa non è la strada più consona a recuperare le carenze di organico: servono più assunzioni, non far lavorare di più personale già stanco!”.
Una partita questa che, con la messa in discussione del diritto alla salute nel Paese, è stata ripresa anche dal recente intervento legislativo in materia di prestazioni aggiuntive per abbattere i tempi delle liste per le prestazioni sanitarie. “Il governo ancora non si pone la vera domanda – rimarca Vanoli -: come rendere attrattivo lavorare in una struttura sanitaria pubblica. Per noi la risposta è sempre la stessa: migliorare le condizioni lavorative (a partire dai tempi di conciliazione) e rinnovare in modo dignitoso, valorizzante e innovativo il contratto nazionale di lavoro. Diversamente, la strada verso il privato è sempre più spianata”.
Nel frattempo le lavoratrici e i lavoratori della Sanità privata e delle Rsa non è che gongolino, anzi. Per il 23 settembre è già stato proclamato lo sciopero nazionale unitario di tutto questo personale che risponde a Aiop e Aris. “Uno sciopero per rivendicare dignità salariale e contrattuale e, nel caso delle Rsa, un nuovo contratto di filiera che unifichi il tavolo delle parti datoriali, come già fatto per la sanità privata”.
Complessivamente, tutto il Terzo Settore è in fermento. Una scossa è stata data rinnovando il contratto delle cooperative sociali, “al punto che molte imprese lo stanno disdettando per non applicare condizioni migliorative al personale ma, ancora una volta, per peggiorarle”.
Lo scenario del socio assistenziale vede oggi “non più solo esternalizzazioni dal pubblico verso il Terzo Settore ma grandi gruppi, in genere srl, spesso transnazionali, cedono la gestione di loro strutture a cooperative che hanno come unica priorità il contenimento dei costi del lavoro e spesso decidono per cambi unilaterali di contratto, optando per ccnl che noi non firmiamo”. Tra i casi citati, Edos La Villa, MedService (che gestisce strutture del gruppo Gheron), Sereni Orizzonti.
“Per noi non esistono accordi di armonizzazione, esistono solo tutte le iniziative di mobilitazione in atto per sostenere le giuste rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori a vedersi pienamente riconosciuti i propri diritti e la propria professionalità. Questa battaglia, che abbiamo iniziato da tempo, può solo crescere”, avverte Vanoli. Insieme a quella per rinnovare il ccnl Uneba. “I 50 euro proposti dalla controparte sono stati rispediti al mittente e così prosegue, anche qui, la mobilitazione unitaria, a partire dal livello territoriale”.
La chiusura della relazione fa quadrato rosso del cerchio. “Salvaguardare i diritti delle cittadine e dei cittadini di questo Paese passa per la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, attraverso un lavoro dignitoso, stabile, sicuro e tutelato. Siamo e saremo sempre dalla parte di chi, con il suo lavoro, manda avanti i servizi pubblici, quei servizi che, erogati dal pubblico e dal privato, si traducono in diritti per le persone. È una scelta di campo responsabile e che ci assumiamo con orgoglio, pur nella fatica, perché è una sfida grande. Al lavoro e alla lotta!”.
All’Assemblea Generale sono state elette nella segreteria regionale Sabrina Negri, già segretaria generale della Fp Cgil Cremona e Elisabetta “Isa” Guarneri, della segreteria Fp Cgil Milano.
Del passaggio a cinque della segreteria Fp Cgil Lombardia (finora con Vanoli, Dino Pusceddu e Catello Tramparulo) sono stati attivi testimoni anche Alessandro Pagano, segretario generale Cgil Lombardia, e Michele Vannini, segretario nazionale Fp Cgil.