Negri e Pusceddu (Fp Cgil Lombardia): “Tante persone stanno vivendo nell’ansia e nell’incertezza su come comportarsi e su quale sarà il loro futuro lavorativo. E a rischio è la stessa tenuta dei servizi”
24 lug. 2024 – In merito alla costituzione degli albi degli educatori professionali socio-pedagogici e dei pedagogisti, come da legge 55/2024, la Cgil Lombardia insieme alle categorie della Funzione Pubblica e della Conoscenza hanno chiesto a Regione e Anci Lombardia un incontro urgente.
“Siamo di fronte ad un possibile obbligo di iscrizione all’albo per due settori che occupano oltre 20.000 dipendenti ed erogano, per la sola prima infanzia, un servizio in circa 1.900 strutture in tutta la Lombardia”, affermano i sindacati del quadrato rosso.
“Per iscriversi agli albi la prima scadenza è il prossimo 6 agosto, data entro cui presentare la domanda e poter votare gli organismi degli ordini professionali. Ma sull’obbligo di iscrizione ci sono ancora molte incertezze, a partire dalle professioniste e i professionisti che operano nei servizi educativi per l’infanzia sia pubblici che privati e che i comuni della Lombardia devono informare in modo capillare e adeguato, visto che ci potrebbero essere ripercussioni serie in caso di mancata adesione”, sostengono Sabrina Negri e Dino Pusceddu, della segreteria Fp Cgil Lombardia.
Cioè?
“Con l’ordinamento professionale cambiano le regole. Ora per esercitare nel ruolo di educatore professionale socio-pedagogico e di educatore nei servizi educativi per l’infanzia bisogna registrarsi all’albo. Ma negli asili nido e nei centri per l’infanzia ci sono tante lavoratrici e lavoratori cui mancano i titoli (laurea triennale della classe L-19) o i requisiti previsti dalla legge 205/2017 e che quindi possono iscriversi all’albo solo nella fase transitoria, cioè quella gestita dalla commissaria nominata dal Tribunale di Milano e che dura fino a quando saranno eletti gli organismi dell’ordine”, rispondono i due sindacalisti.
Dunque, nella fase transitoria, per i servizi 0-3 anni che titoli e requisiti servono?
“Quelli previsti dal decreto legislativo 65/2017 e quindi determinati dalle normative regionali. In Lombardia (con delibere regionali 2929/2020 e 20588/2005) sono: diploma di maturità magistrale/liceo sociopsicopedagogico; diploma di abilitazione all’insegnamento nelle scuole di grado preparatorio; diploma di dirigente di comunità; diploma di tecnico dei servizi sociali e assistente di Comunità infantile; operatore servizi sociali e assistente per l’infanzia; vigilatrice di infanzia; puericultrice; diploma tecnico dei servizi sociosanitari; laurea in Scienze dell’educazione o della formazione classe L19; laurea in Scienze e Tecniche psicologiche L24 – laurea LM-51; laurea in Sociologia L40 – LM-88; LM‐50 Programmazione e Gestione dei servizi educativi; LM‐57 Scienze dell’educazione degli adulti e della formazione continua; LM‐85 Scienze pedagogiche o LM‐93 Teorie e metodologie dell’e‐learning e della media education se conseguito entro il maggio 2017”.
E per chi esercita nei servizi per l’inclusione scolastica?
“Il riferimento, in Lombardia, è la delibera regionale 2288/2024, che individua una figura educativa che, oltre alla relazione con studenti e studentesse con disabilità, deve rapportarsi con il corpo docente e le famiglie nella progettazione di percorsi di autonomia. Queste lavoratrici e lavoratori hanno l’obbligo di iscriversi all’albo? Regione deve chiarire e sciogliere tutti i nodi. Tante persone stanno vivendo nell’ansia e nell’incertezza su come comportarsi e su quale sarà il loro futuro lavorativo – evidenziano Negri e Pusceddu -. E ribadiamo che a rischio è la stessa tenuta dei servizi”.