“Non c’è ricambio generazionale. E fare questo lavoro non è solo essere due braccia, servono il giusto salario e le competenze. Il mio rapporto con la Cgil è nato per fiducia in mio padre, poi non l’ho più lasciata”
11 ott. 2024 – Francesco Musarra ha 32 anni e da 12 lavora nel settore dell’igiene ambientale. Attualmente, e nello specifico da aprile 2024, per la Cem Ambiente SpA nel centro di servizio di Casalmaiocco.
Per la prima volta, ha deciso di candidarsi alle elezioni Rsu del 3-4 dicembre prossimi, ed è allo stesso tempo molto emozionato ed emozionante, per la passione che mette nelle sue parole.
In cosa consiste il tuo lavoro?
“A causa di un incidente (avuto fuori dal lavoro ma i cui danni ho peggiorato una seconda volta, scendendo dalla pedana e mettendo per sbaglio il piede in una buca), ho una limitazione a una gamba, per cui faccio lo spazzamento manuale con il ‘porterino’, un piccolo automezzo, a Paullo”, risponde.
Quali sono i problemi di questo mestiere?
“Io sono giovane, no? Il punto è che sono da 12 anni nei servizi ambientali e resto ancora uno dei più giovani. Mi fa impressione pensarci. Questo succede perché non c’è ricambio generazionale. Quindi penso che questa sia una delle criticità, probabilmente legata anche al fatto che il salario non consente di vivere una vita serena e dignitosa. Magari a un ragazzo appena assunto con la patente gli fanno un ‘contratto J’ (cioè inquadrandolo al livello J – ndr) a 900 euro, che, secondo me, è una sorta di apprendistato con un altro nome. Ci sono altri mestieri che consentono di prendere di più. E anche dare 1000 euro a un ragazzo che carica dietro i camion dà l’idea che non si abbia percezione dei costi della vita…Né delle condizioni di lavoro, per 38 ore alla settimana. È comprensibile allora che un mio amico, che ha la patente B, preferisca andare in giro col camion a fare il corriere, sempre per 1000 euro, però non è come stare dietro al camion, in pedana, per sei ore a caricare spazzatura. Certo, il mondo del lavoro presenta tante condizioni difficili e i giovani, finché possono, scelgono cosa è meglio per loro”.
Il vostro è un lavoro usurante.
“Appunto. È un lavoro faticoso, che consuma. L’ho realizzato in questi mesi, vedendo i lavoratori andare avanti negli anni: questo mestiere ti fa accusare via via i suoi colpi”.
Altri temi?
“Si parla di green economy, e noi siamo praticamente l’inizio di questa catena di smaltimento per una nuova green economy, eppure sembra che non le diano l’importanza che dovrebbe avere. Il tipo di lavoro è cambiato, trent’anni fa non c’era la raccolta differenziata, adesso devi essere anche qualificato. Ad esempio – spiega Musarra -, l’altro giorno ho trovato un estintore e bisogna sapere riconoscere il rifiuto, il materiale, saperlo maneggiare perché magari può essere tossico, può esplodere, e devi poi andare a smaltirlo nei posti giusti”.
Fate la formazione?
“Facciamo corsi sulla sicurezza ma servirebbero anche corsi di aggiornamento professionale, visto che il mestiere si è evoluto rispetto a trent’anni fa. Penso anche a tutta l’elettronica che c’è oggi sui mezzi. Non è una stupidaggine, lavoriamo per strada, nel traffico. E possiamo anche relazionarci con i cittadini, per cui è bene sapere come parlare, saper dare le nozioni giuste, rispondere correttamente ad eventuali criticità che ci vengono poste. Insomma, devi saperci fare, devi averle certe competenze, non è solo essere due braccia”.
Note positive del tuo lavoro?
“Mi piace il mio lavoro. A volte penso che uno mi potrebbe prendere in giro per questo, ma quello che sto facendo adesso, cioè pulire i parchi, svuotare i cestini, mi dà un’enorme soddisfazione, per la natura. Mi piace proprio togliere le cicche di sigarette e le bottiglie di plastica dal prato perché mi dico: ecco, ora la natura sta respirando, leviamogli questa schifezza”.
Perché hai scelto la Cgil?
“All’inizio mi sono fidato di mio padre che mi ha portato in Cgil, ma ho poi voluto capire di testa mia chi doveva difendere i miei diritti. E non l’ho più lasciata, perché per me la Cgil è fatta dalle persone che ho cosciuto. Se ci pensi, un ‘brand’ non esiste mai in termini assoluti, dipende dalla relazione e dalle esperienze fatte con le persone che ci lavorano dentro. A me hanno colpito la serietà e l’eticità dei sindacalisti della Fp Cgil Milano, che mi hanno detto di fare altrettanto per portare a casa diritti. Siano una squadra e non ci abbassiamo a mezzucci. Mi candido alle Rsu, è la mia prima volta e voglio fare bene”.
Perché votare la Fp Cgil, votando te?
“Io sono il cantiere, io sono i miei colleghi. Io voglio stare bene nell’ambiente in cui sono, insieme a tutti loro. Quindi faccio e farò il meglio, mi batterò al meglio per poter stare in un ambiente il più pulito e bello possibile”, afferma Musarra.