Dall’assemblea organizzata dalla Fp Cgil territoriale con quella regionale, la richiesta di “decisioni rapide e risolutive per garantire il supporto necessario ai minori e alle famiglie, per migliorare le condizioni di lavoro del personale e per garantire la vera sicurezza sociale”
18 ott. 2024 – L’Ussm, cioè l’Ufficio di servizio sociale per minorenni di Brescia, sta affrontando diverse problematiche.
Martedì 17 ottobre, la Fp Cgil, con la segretaria provinciale Paola Cottali e la coordinatrice regionale Barbara Campagna, ha organizzato un’assemblea con le lavoratrici e i lavoratori per parlarne.
È stato affrontato il tema del mandato professionale, sempre più importante dati i tempi di difficoltà sociale che stiamo attraversando, e del maggior carico di lavoro che le norme, via via più restrittive, stanno determinando.
Oggi le operatrici e gli operatori devono rispondere a un incarico professionale di sostegno al reinserimento e controllo del corretto svolgimento delle misure di comunità e messa alla prova, ma l’Ussm bresciano è, appunto, in una situazione critica, mancando sedici assistenti sociali per garantire un adeguato supporto ai minori e alle famiglie assistite.
Attualmente, l’organico effettivo è di sole sette unità, con gli altri cinque assistenti distaccati presso altre sedi e il cui rientro non è ancora previsto.
Inoltre, per rendere possibile un intervento sul territorio occorre trovare al più presto un nuovo spazio per gli uffici, visto che i locali di Corso Cavour 39 rientreranno nella disponibilità della Procura per i Minori, che a sua volta ha bisogno di spazi.
L’Ussm ha già avviato ricerche per una nuova sede ma non ci sono fondi per coprire gli attuali affitti e, pur volendo seguire i suggerimenti degli uffici ministeriali di trovare un piccolo locale a basso costo nelle vicinanze di quella attuale, lo spazio trovato appare inidoneo a svolgere decorosamente il lavoro quotidiano.
L’Ussm deve vivere l’attualità, è richiesto che gli uffici pubblici siano informatizzati, ma tuttora mancano sufficienti supporti informatici.
“Gli uffici pubblici, tutti gli uffici pubblici, sono il luogo di accoglienza del cittadino e devono garantire un’immagine decorosa dello Stato sia sotto il profilo dell’agibilità sia sotto il profilo della sicurezza di utenti e lavoratori. Il rapporto con l’utenza, che nel caso del servizio sociale minorile è particolarmente complessa, va gestito correttamente -, sostiene la segretaria Fp Cgil Brescia Paola Cottali -. Le lavoratrici e i lavoratori non praticano un intervento casuale o a spot, ma altamente professionale e questo non è possibile senza risorse o luoghi idonei per esercitarlo”.
Burocrazia, lentezza e rassegnazione rischiano di danneggiare non solo il servizio sociale minorile ma la società tutta, considerando che questo Ufficio segue anche i territori di Mantova, Cremona e Bergamo attraverso la prevenzione da poter e dover assicurare per legge.
“Quanto succede in questo territorio è visibile in tutte le strutture lombarde, gravate soprattutto da pesanti carenze di organico -, riferisce Barbara Campagna, coordinatrice Fp Cgil Lombardia -. Ogni assistente sociale sta svolgendo un intervento di salvaguardia sociale ma, di fronte a tale sproporzione fra organico e utenti, ci si chiede che fine faccia il benessere psicofisico delle lavoratrici e dei lavoratori che comunque agiscono”.
La Fp Cgil Brescia e della Lombardia sollecitano dunque “le autorità competenti affinché assumano decisioni rapide e risolutive per garantire il supporto necessario ai minori e alle famiglie, per migliorare le condizioni di lavoro del personale e per garantire la vera sicurezza sociale, fatta di prevenzione e non di repressione. Sono fondamentali interventi urgenti per garantire davvero un servizio efficiente e di qualità”, ribadiscono Cottali e Campagna.