31 Oct 2024
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Violenza di genere / Denunciare, pretendendo rispetto

stop violenza sulle donne

“La strada di verità” intrapresa da Miriam Milesi, infermiera e coordinatrice Fp Cgil Bergamo, che ha portato “giustizia e vittoria”

28 ott. 2024 – Miriam Milesi, infermiera presso l’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo e coordinatrice Rsu della Fp Cgil, ha subito molestie fisiche da parte di un medico.

Il fatto risale al settembre 2018, nel pronto soccorso di San Giovanni Bianco e Milesi ha voluto e ottenuto giustizia.

Non solo ha denunciato il medico ma ha affrontato anche un processo penale, sostenuta dalla stessa Asst, che si è costituita parte civile, e dall’avvocato Giovanni Bertino.

In una lettera aperta a ‘Bergamo News’, la professionista ha ripercorso le tappe del processo al medico per il reato di violenza sessuale, partito al Tribunale di Bergamo e una prima condanna, passato attraverso il ricorso in Appello della controparte, e chiuso con la sentenza della Cassazione del 5 luglio scorso, con la conferma della condanna dell’imputato a due anni di sospensione dall’attività e all’obbligo di risarcire economicamente le parti ricorrenti.

Sospensione che è già stata eseguita dall’Ordine dei Medici di Bergamo.

Non ho intrapreso questo percorso se non con questo obiettivo che vedo finalmente raggiunto! – ha scritto Milesi -. Non l’ho mai dato per scontato perché non vi è mai stato nessuno che ha dichiarato di ‘aver visto’ l’atto che è normato come reato. Per me, per chi lavora in sanità, per chi alle nostre strutture si rivolge ho perseguito la strada della verità ed è stata un percorso di giustizia e vittoria. Ho avuto fiducia in chi prima l’ha data a me, l’avvocato Bertino, le colleghe ed i colleghi che mi hanno affiancato – evidenzia -, le persone assistite quel turno che erano state disponibili a testimoniare e tutti i giudici e magistrati incontrati, ricordo con stima e vicinanza il giudice Giovanni Petillo che vorrei ringraziare”.

Milesi vuole condividere questa sua storia per ribadire l’importanza di ricevere rispetto, come donna e sul lavoro, e così per “dare fiducia a donne che preferiscono fermarsi nel silenzio di fronte a violenze, soprusi di qualsiasi natura”.