Classe 1986, mono-operatore, vuole difendere e aumentare i diritti e migliorare la sicurezza
18 nov. 2024 – Andrea Maifredi, 39 anni tra 2 mesi, lavora da 10 anni nell’igiene ambientale. Attualmente fa l’autista e raccoglitore per la Servizi Ambiente Energia (SAE) Valle Sabbia, società a partecipazione totalmente pubblica, in provincia di Brescia. Con un passato precario nelle più diverse mansioni, da pizzaiolo a operaio alla Italcementi, fa il mono-operatore per la raccolta porta a porta in un’area montana e dunque molto impegnativa dal punto di vista geografico e climatico.
“Prima sono stato assunto a tempo indeterminato dalla Agesp, una ditta siciliana che aveva l’appalto qui a Rezzato, e poi sono stato assorbito dalla SAE, mentre altri colleghi sono stati assorbiti da altre aziende”, racconta subito il lavoratore.
Quali sono le principali difficoltà del tuo lavoro?
“Quello dell’igiene ambientale è un lavoro pesante di suo e, in montagna, soprattutto quando piove o nevica lo è anche di più – risponde Maifredi –. In Valsabbia i paesini sono spesso piccoli e le strade strette e difficili da percorrere. A volte succede anche di ribaltarsi. Ci sono borghi medievali dove passare con i mezzi è un’impresa. In inverno, con il ghiaccio e le temperature sotto zero, le condizioni peggiorano. Siamo mono-operatori, quindi sempre da soli per ogni tipo di raccolta, anche con materiali pesanti come il vetro. Questo rende tutto ancora più duro. Abbiamo provato a chiedere un secondo operatore, come fanno ad esempio all’Aprica, ma non c’è stato verso”.
Salute e sicurezza sono una priorità?
“Lavorare come mono-operatore, le condizioni meteo avverse, il territorio montano e le strade impervie, il nostro corpo messo sotto costanti fatiche, lo stress, i mezzi cui serve costante manutenzione (dai freni ai sedili), senz’altro rendono i temi della salute e della sicurezza centrali per noi lavoratori. Siamo esposti ai rischi e agli errori”.
Perché hai scelto di candidarti con la Fp Cgil alle elezioni Rsu del 3-4 dicembre prossimi?
“Ho fiducia nella Cgil. Sono cresciuto in una famiglia di sindacalisti, mio padre lo è stato per 40 anni, sempre con la Cgil. A me piace anche il sindacalismo di base ma ho scelto la Cgil perché garantisce maggior supporto e copertura ai lavoratori. Io voglio migliorare le condizioni dei lavoratori e tutelarne i diritti. Voglio lottare, nella contrattazione aziendale, per livelli contrattuali più equi e indennizzi adeguati, soprattutto per chi è in prima linea come i raccoglitori. Non è accettabile che lavoratori di 50-60 anni siano ancora junior e guadagnino mille euro al mese – afferma -. E servono anche mezzi più nuovi ed efficienti. Il sindacato si fa sul posto di lavoro – prosegue -. Io mi impegno a rappresentare i colleghi, a metterci la faccia per portare avanti le loro istanze. I diritti esistono, vanno difesi e possono essere ampliati e rafforzati, ma servono i rappresentanti sindacali. Non basta il nome del sindacato – insiste -, serve l’impegno reale di chi lo rappresenta, perché è il lavoro del sindacalista che dà forza e valore alla tutela dei lavoratori”.