Pusceddu (Fp Cgil Lombardia): “Come avevamo previsto, l’aumento temporaneo del reddito nel 2023 ha portato all’applicazione di aliquote fiscali più alte per molti dipendenti, con una conseguente diminuzione del netto in busta paga nel 2024”
6 dic. 2024 – Il gioco delle tre carte del governo si consuma sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori statali. A un anno di distanza dalla decisione di concedere un anticipo del 48% sulle risorse del contratto 2022-2024, la Fp Cgil torna a denunciare le conseguenze di questa misura che è stata un “preludio” a quanto accaduto con l’ipotesi del rinnovo contrattuale delle Funzioni Centrali.
“L’anticipo si è rivelato un boomerang, come avevamo previsto, un’illusione di benessere momentaneo precipitato in una perdita netta di potere d’acquisto per le lavoratrici e i lavoratori. L’aumento temporaneo del reddito nel 2023 ha, infatti, portato all’applicazione di aliquote fiscali più alte per molti dipendenti, con una conseguente diminuzione del netto in busta paga nel 2024”, afferma Dino Pusceddu, segretario della Fp Cgil Lombardia.
A ciò si aggiunge la mancata applicazione della riduzione del cuneo contributivo (applicata, invece, alle altre mensilità ordinarie), cioè di quella misura che diminuisce la differenza tra il costo del lavoro per il datore di lavoro e la retribuzione netta percepita dal lavoratore o dalla lavoratrice e che si traduce in un aumento della busta paga, a parità di costo per l’amministrazione pubblica.
“Il Governo ha barato, dando un anticipo che si è rivelato una trappola. Le lavoratrici e i lavoratori hanno avuto nel 2024 meno salario rispetto al 2023 per via di un anticipo unilaterale che era solamente una parte di quanto spettava a titolo di rinnovo contrattuale. È inaccettabile -, tuona Pusceddu, denunciando l’atteggiamento del governo, che a fronte di un’inflazione oltre il 16%, per il contratto nazionale ha previsto un misero 5,78% di incremento medio in busta paga -. Come Fp Cgil, stiamo contrastando a vari livelli questo ennesimo attacco al mondo del lavoro pubblico – aggiunge – e vogliamo far tornare il governo sui suoi passi, per garantire un rinnovo contrattuale equo e giusto, che tuteli il potere d’acquisto e il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori a una vita dignitosa”.