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Giovedì 20 febbraio, assemblea e presidio con le lavoratrici e i lavoratori. Il segretario Molisse: “Il Governo non può continuare a ignorare il settore”. La sindacalista Frisoli: “L’educazione 0-6 è un diritto. Rivendichiamo più rispetto per chi lavora nei nidi e nelle scuole dell’infanzia”
13 feb. 2025 – Educatrici ed educatori al limite, liste d’attesa che si allungano. I servizi per l’infanzia del Comune di Milano sono al collasso. E il personale, schiacciato dalla precarietà e dal sovraccarico di lavoro, dice basta.
Il 20 febbraio, dalle 8.00 alle 12.30, le educatrici e gli educatori della Fp Cgil Milano si riuniranno in assemblea alla Camera del Lavoro. In discussione le ragioni della mancata firma del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale, il nodo dei titoli d’accesso alle professioni educative e il tema delle stabilizzazioni. A seguire, la mobilitazione proseguirà con un presidio davanti alla Prefettura.
“La qualità dell’educazione è a rischio perché mancano risorse, assunzioni e una visione strutturale – denuncia Giovanni Molisse, segretario della Fp Cgil Milano -. La nostra categoria ha scelto di non firmare il contratto nazionale perché non riconosce la professionalità e l’esperienza di chi lavora ogni giorno con le bambine e i bambini. Mancano gli investimenti per il passaggio nell’area dei funzionari e le retribuzioni restano inadeguate. Così si mortifica il settore”.
Una situazione che pesa su chi lavora e su chi fruisce del servizio. “Ogni giorno il personale educativo deve far fronte a carichi di lavoro sempre più faticosi -, spiega Patrizia Frisoli, responsabile dei servizi educativi per la Fp Cgil Milano -. Le graduatorie per la scuola dell’infanzia sono esaurite, il personale precario è bloccato da normative rigide, le assunzioni sono insufficienti. Non possiamo più accettare che l’educazione 0-6 venga gestita con precarietà e senza un piano di stabilizzazioni. Serve il riconoscimento pieno delle competenze e un salario dignitoso”.
Molisse e Frisoli rilanciano le richieste della mobilitazione: “Occorrono assunzioni stabili perché la precarietà compromette la continuità educativa. È necessario ampliare i titoli di accesso per garantire che le scuole possano sopravvivere. Vogliamo un piano di carriera che valorizzi esperienza e formazione. Stop alle esternalizzazioni, più tutele per chi lavora nelle cooperative. E aumenti salariali, perché un lavoro essenziale deve essere pagato dignitosamente”.
Dopo l’assemblea, la protesta si sposterà in presidio davanti alla Prefettura, in largo 11 Settembre, per chiedere risposte e impegni concreti. “Non possiamo più aspettare -, concludono Molisse e Frisoli -. Il futuro dei servizi educativi si decide adesso”.