
Intervista a Andrea Ferraccio, coordinatore Fp Cgil Lombardia. Una fotografia nitida e allarmante sulla carenza di personale, il fallimento delle assegnazioni, il blocco del lavoro agile e una gestione organizzativa ormai insostenibile. Ma anche una vertenza in corso che, se andasse a segno, potrebbe cambiare le carte in tavola per tutti
Qual è la situazione in Lombardia per il personale degli uffici territoriali del Governo?
“La situazione è molto critica. Il punto centrale è che alle assegnazioni di personale non corrispondono vere immissioni in ruolo. A volte arrivano meno della metà delle persone previste. Sempre più spesso, non si presenta proprio nessuno. Ormai non ci chiediamo più quanti arriveranno, ma se arriverà qualcuno”, risponde Andrea Ferraccio.
Quanti siete a Milano?
“Siamo circa 180 tra Prefettura, Commissione territoriale e altre articolazioni. Possono sembrare tanti, ma dieci anni fa eravamo oltre 220. La differenza è tutta sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori, con carichi di lavoro che aumentano e servizi che facciamo sempre più fatica a garantire”.
Perché avete aperto uno stato d’agitazione nella Prefettura di Milano?
“Da anni, Milano gestisce anche una parte delle pratiche della Prefettura di Monza, in base a un vecchio accordo tra Prefetti. Le materie trasferite, però, non sono mai tornate indietro. Oggi pesano fino al 30% del nostro lavoro. È insostenibile, anche perché Monza non ha il personale per farvi fronte, ma nemmeno Milano può più farlo. E intanto si accumulano ricorsi, errori, danni erariali. Dopo un primo stato d’agitazione nel 2024 – spiega il coordinatore Fp Cgil Lombardia, dipendente della Prefettura di Milano – avevamo ottenuto un passaggio parziale di competenze e una data chiave: dal 15 aprile 2025, le domande di cittadinanza dei residenti di Monza sarebbero passate alla Prefettura di Monza. Il giorno stesso, il Prefetto di Monza ha scritto che non disponeva del personale necessario. Tutto bloccato”.
Cosa è successo sul fronte del lavoro agile?
“Un ulteriore peggioramento. La Prefettura di Milano ha deciso di dimezzare il numero massimo di giornate di lavoro agile autorizzabili, da 8 a 4 al mese. E questo nonostante le lavoratrici e i lavoratori abbiano avuto un tasso di presenza medio dell’87% nel 2024 e abbiano svolto il proprio dovere fino in fondo. Questo è un attacco a un istituto contrattuale riconosciuto e consolidato. E tutto per una logica interna che non risponde né a esigenze di servizio né a dati oggettivi”.
Pensate a uno sciopero?
“Sì, lo stiamo valutando. Il 4 luglio è prevista la seconda convocazione al Ministero del Lavoro per il tentativo obbligatorio di conciliazione. Se non arrivano segnali concreti, dovremo decidere come andare avanti”.
Ci sono altre criticità regionali da segnalare?
“Sì, tra le altre, sulle Commissioni territoriali per l’asilo e sull’accoglienza dei richiedenti la pressione sulle lavoratrici e lavoratori, anche quelli precari, è crescente. La piattaforma nazionale ‘Sistema Unico Asilo’, data in appalto esterno, è inefficiente: caricamenti bloccati, documenti non visualizzati, decreti che scompaiono. Questo rallenta tutto e crea frustrazione tra colleghe e colleghi. Lo riscontriamo non solo a Milano, ma anche a Brescia e Monza, ad esempio. Rispetto alle Olimpiadi Milano-Cortina – prosegue Ferraccio – l’interpello per spostare personale a Sondrio a supporto delle Olimpiadi è andato deserto. Senza risorse economiche aggiuntive, nessuno dei dipendenti dell’Amministrazione Civile ha aderito. Ma non possiamo pensare di sostenere questi eventi senza rafforzare seriamente gli organici”.
Altro?
“La vertenza della Prefettura di Milano è emblematica e potrebbe avere effetti a cascata in tutto il Paese. Siamo stati i primi e forse gli unici a portare un prefetto davanti al Ministero del Lavoro. Un eventuale accordo – o un mancato accordo – farà scuola. Per questo chiediamo alla Fp Cgil nazionale di supportarci, e che anche i Dipartimenti competenti sappiano cosa sta accadendo. Serve attenzione, responsabilità e una presa di posizione netta. Stiamo parlando di servizi fondamentali per cittadine e cittadini. E di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno li rendono possibili. Dobbiamo difenderli e valorizzarli, con tutte le nostre forze”.