
Fabio Gargiulo (Fp Cgil): “Così non si può andare avanti. Serve una svolta, vera”
2 luglio 2025 – Le lavoratrici e i lavoratori dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, come è nota dolente delle pubbliche amministrazioni, sono coinvolti in diverse problematiche. Da una riorganizzazione unilaterale a retribuzioni strette tra un contratto nazionale indegno, per citarne un paio. E il disagio è profondo.
Dopo il coordinamento Fp Cgil nazionale di martedì 1° luglio, facciamo il punto, per la Lombardia, con il coordinatore regionale Fabio Gargiulo.
“Il fronte più caldo è quello del lavoro agile. Ogni direttore lo applica a modo proprio, con i buoni pasto rimasti solo in forma di promessa”, esordisce il coordinatore. “In alcune sedi della Lombardia sono stati ridotti i giorni in lavoro agile sostenendo che le attività svolte (non comprese nel disciplinare) non erano ‘smartabili’ o perché il funzionario essendo un ‘preposto alla sicurezza’ non poteva beneficiare di 6 giorni di lavoro agile come previsto dall’accordo. Il nuovo disciplinare sottoscritto dai firmatari del contratto nazionale 2022-2024 rappresenta, da questo punto di vista, un significativo arretramento rispetto all’accordo precedente; altro che accordo ‘eccezionale’ sul lavoro agile come sostenuto dal Cisl, Flp e Confsal! Per non parlare dei buoni pasto per i giorni di lavoro agile! E chi li ha visti? Un miraggio! Così si restringono i diritti, non si ampliano”, considera il sindacalista.
Una diffida rimasta inascoltata
La Fp Cgil Lombardia aveva inviato una diffida alla Direttrice regionale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ribadendo l’illogicità della scelta di escludere un’organizzazione rappresentativa come la CGIL dai tavoli regionali anche su argomenti non rientranti nel ccnl da questa non sottoscritto.
“Stiamo ancora aspettando una risposta, pur constatando che, a oggi, si è tenuta un’unica riunione in sede territoriale avente ad oggetto la ‘mobilità regionale’ e sulle sedi degli uffici di Milano – racconta Gargiulo -. Nulla è stato concluso, tutto è rimasto sospeso. La sensazione è quella di un’amministrazione che vive alla giornata senza un minimo di programmazione, ignorando le richieste delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Milano 1, 2, 3: una riorganizzazione senza testa né gambe
“La riorganizzazione è un’ombra che si allunga, finalizzata a un’operazione di immagine del governo di destra. In Lombardia, non ci sono grandi spazi di discussione su un piano che dovrebbe, sulla carta, prevedere la ridistribuzione delle attività dei vari uffici della regione a seguito dell’incorporazione degli uffici dei Monopoli – spiega Gargiulo -. Ma la realtà è ben altra: colleghe e colleghi sono disorientati, ignari della propria sede futura e delle attività da svolgere. C’è addirittura il rischio che qualcuno venga spostato in sedi lontane o in piccoli reparti ‘distaccati’ dalla sede centrale. Sugli Uffici unici, poi, c’è anche incertezza dal punto di vista infrastrutturale: gli uffici di Via San Marco (Monopoli) sono saturi, quelli di Via Ceresio necessitano di importanti lavori di ristrutturazione, la sede di Via Valtellina dovrebbe essere dismessa ed il personale distribuito in vari uffici (quali ?), e così via”.
Responsabilità senza riconoscimento: si lavora gratis
Alla compressione organizzativa si aggiunge quella economica: “Il mancato riconoscimento delle professionalità è un altro macigno. Ci sono colleghi che ricoprono ruoli di responsabilità rilevanti che si troveranno a svolgere più attività (in riferimento ai giochi e monopoli) e con maggiori responsabilità senza un’adeguata preparazione e senza alcun riconoscimento. È svilente. È inaccettabile”.
La quarta area fantasma e l’occasione persa
“A questo quadro bisogna aggiungere la questione della quarta area che resta virtuale: mentre altre amministrazioni hanno avviato procedure concorsuali e processi di valorizzazione del personale, l’Agenzia delle Dogane è ferma. Eppure – sottolinea Gargiulo – abbiamo sempre spinto come Fp Cgil per sbloccare i passaggi tra seconda e terza area. È ora che anche sulla quarta si facciano passi avanti concreti. Le competenze ci sono, manca la volontà politica”.
Mobilità nazionale: vincoli e penalizzazioni
“La mobilità nazionale è bloccata da numeri risicati e da una nuova norma che ci appare punitiva: prima ancora di conoscere l’esito della graduatoria, le persone devono decidere entro il 31 luglio prossimo se accettare o rinunciare all’eventuale trasferimento. Infatti, senza la revoca della domanda entro il termine indicato, scatta il trasferimento d’ufficio senza possibilità di appello.
Questa è una norma troppo rigida, che ignora le necessità di colleghe e colleghi o i cambiamenti che possono capitare nella vita di tutti noi. Come si può decidere al buio, senza nemmeno sapere in quale ufficio si andrà? – incalza Gargiulo -. È una scelta illogica, frutto di accordi frettolosi e remissivi fatti dai soliti noti (Cisl, Flp e Confsal). A pagare, ancora una volta, sono lavoratrici e lavoratori. Credo proprio che così non si possa andare avanti. E credo che come Fp Cgil, senza adeguate risposte, dovremo mettere in campo una mobilitazione forte in autunno”.