
Fp Cgil Sondrio sollecita l’Asst Valtellina e Alto Lario ad applicare le norme che riconoscono agli assistenti sociali competenze gestionali, citando leggi, contratti e pareri ufficiali: “Integrazione reale solo con pari dignità professionale”, affermano Turcatti e Puleri
18 lug. 2025 – Se l’integrazione socio-sanitaria è davvero una priorità, perché una figura cruciale come quella dell’assistente sociale continua a essere esclusa dai ruoli di coordinamento nelle aziende sanitarie? La Fp Cgil di Sondrio non ci sta e chiede all’Asst Valtellina e Alto Lario di aprire finalmente alla possibilità di incarichi organizzativi anche per il personale dei servizi sociali.
A firmare la richiesta ufficiale, inviata il 17 luglio alla Direzione aziendale, sono Michela Turcatti, segretaria generale, e Leonardo Puleri, segretario. Una richiesta precisa, fondata su norme e contratti che parlano chiaro.
“La legge 251 del 2000 riconosce da tempo agli assistenti sociali competenze organizzative e gestionali – spiegano -. Escluderli dalle funzioni di coordinamento non ha alcun fondamento, né normativo né professionale”.
Il riferimento non è solo alla legge 251/00. I sindacalisti citano anche la legge 106/2021, che ha istituito ufficialmente il ruolo socio-sanitario per dare piena attuazione all’integrazione dei servizi, e un parere del Ministero della Salute del 2012.
“Quel documento chiarisce che il master in Management, obbligatorio per le professioni sanitarie, non è richiesto agli assistenti sociali. L’abilitazione professionale include già le funzioni di coordinamento e direzione, in base alla normativa vigente fin dal 1993 – sottolineano -. Nel contratto nazionale della Sanità pubblica 2019-2021 è esplicitata la distinzione tra il personale del ruolo sanitario e quello del ruolo socio-sanitario. I requisiti come il master, valgono solo per il personale sanitario, non per le altre professionalità”.
Peraltro in molte Regioni – vedi Sicilia, Piemonte, Toscana, Lazio, Marche, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna – e in diverse Asst lombarde, come Ovest Milanese, Rhodense, Santi Paolo e Carlo, Lecco, Bergamo Ovest, sono già stati attribuiti incarichi di coordinamento o dirigenza a figure del servizio sociale.
“All’Asst Valtellina e Alto Lario – rilevano Turcatti e Puleri – non sono stati ancora banditi, per gli assistenti sociali, concorsi dirigenziali o incarichi di funzione organizzativa. Le norme ci sono, le competenze pure. L’azienda deve agire. È tempo di riconoscere a pieno titolo il contributo delle lavoratrici e lavoratori dell’assistenza sociale. Per la Fp Cgil non può esserci reale integrazione socio-sanitaria se si continua a escludere dai processi decisionali chi ogni giorno lavora nei territori, in rete con i servizi, a stretto contatto con le persone più fragili. Per questo attendiamo una risposta chiara e tempestiva dall’Asst” -, incalzano.
“Inoltre – osservano Turcatti e Puleri – l’Azienda conta un numero crescente e qualificato di operatori sociali impegnati ogni giorno a promuovere l’integrazione socio-sanitaria, contribuendo con un approccio multidisciplinare alla tutela della salute. Assistenti sociali che, come stabilito dalla legge istitutiva della professione, possono esercitare funzioni di coordinamento senza necessità di ulteriori requisiti formativi: il master previsto dalla legge 43/2006 per l’accesso alle funzioni di coordinamento riguarda esclusivamente le professioni sanitarie, e non menziona in alcun modo la figura dell’assistente sociale”.