2 Aug 2025
HomeBresciaSanità bresciana: il lavoro si difende valorizzandolo

Sanità bresciana: il lavoro si difende valorizzandolo

infermiera

Lazzaroni (Fp Cgil): “La sanità non è una merce. Il lavoro pubblico è la cura, va riconosciuto, rispettato, tutelato”

31 lug. 2025 – Nel pieno della crisi del sistema socio-sanitario bresciano, la Fp Cgil continua a lottare accanto a lavoratrici e lavoratori, dentro le aziende pubbliche e private, per rafforzare diritti, condizioni e salario. Ne parliamo con Nadia Lazzaroni, segretaria della Fp Cgil Brescia.

Partiamo dai risultati sulle progressioni economiche?

“Presso Asst Franciacorta si è avviato il percorso delle progressioni economiche (Dep, Dispositivi Economici di Professionalità), grazie a un accordo fortemente voluto dalla Fp Cgil, che ha garantito: 482 progressioni per il 2024, 187 per il 2025, 107 per il 2026 e 25 progressioni verticali. Alla Asst del Garda, abbiamo siglato intese che hanno permesso 61 progressioni nel 2022, 827 nel 2023 e 507 nel 2024. All’Ats Brescia le progressioni sono state garantite per quasi tutto il personale, circa 500 dipendenti, e abbiamo avviato un nuovo piano triennale. All’Izsler, l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, più del 50% delle lavoratrici e lavoratori ha avuto progressioni nel triennio 2021-2024”.

Che ruolo hanno avuto le Rsu in questi risultati?

“Fondamentale. Le Rsu sostenute dalla Fp Cgil sono preparate, presenti, attive. Nel 2025 abbiamo ottenuto 180 delegate e delegati Rsu e oltre il 45% dei voti. È il segno che le lavoratrici e i lavoratori si fidano di noi. E non è un caso che anche agli Spedali Civili di Brescia, la più grande azienda ospedaliera della Lombardia, le ultime elezioni abbiano segnato una forte crescita della nostra presenza. Una crescita frutto di anni di lavoro continuo all’interno dell’azienda. Questa maggiore rappresentanza apre una prospettiva importante: poter incidere davvero anche sulla contrattazione aziendale – afferma Lazzaroni -. Negli ultimi tre anni, infatti, la scarsa volontà di altre organizzazioni sindacali non ha permesso di ottenere né progressioni orizzontali né miglioramenti economici stabili per le circa 5.900 persone che vi lavorano. Il nodo principale è la scarsità del fondo produttività: riconoscere le progressioni avrebbe significato svuotarlo, distribuendo importi troppo bassi per essere significativi – aggiunge -. Noi pensiamo che i fondi vadano utilizzati al meglio per rafforzare gli stipendi. E se nemmeno così si riesce a dare un segnale concreto di recupero economico, occorre lottare e dimostrare che queste risorse non bastano”.

Come vanno usate le risorse dei fondi?

“La priorità è destinare i fondi a progressioni stabili, non a premi una tantum o straordinari. La Regione Lombardia continua a incentivare chi lavora di più, ma il personale è stremato e non accetta più di essere spremuto per guadagnare qualcosa in più. La Cgil sceglie la via della valorizzazione strutturale delle lavoratrici e dei lavoratori e delle nuove necessarie assunzioni”.

Per quanto riguarda sanità privata e Rsa?

“Il contratto Aiop-Aris è scaduto dal 2018, il dumping contrattuale è attualissimo, e in molti casi le aziende costruiscono stipendi ad personam o usano i liberi professionisti in modo selvaggio. Anche nel sociosanitario e nelle Rsa c’è frammentazione e precarietà. E tutto questo spesso con soldi pubblici. Per noi è inaccettabile: serve un contratto di filiera che dia dignità a chi lavora in ogni struttura, pubblica o privata. La forza delle lavoratrici e dei lavoratori che si iscrivono, si mettono in gioco, ci danno fiducia ci sostiene e ci dà energia per continuare. Al lavoro e alla lotta!”.