
Meazzi e Lazzaroni (Fp Cgil): “Tradita la missione riabilitativa, la salute mentale resta all’ultimo posto”
28 sett. 2025 – Questa mattina Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl di Brescia hanno organizzato un presidio davanti al Fatebenefratelli in via Pilastroni. L’istituto della sanità privata ha deciso di interrompere i servizi interni svolti dalla cooperativa Il Melograno – sanificazione, lavanderia, cura del verde e portineria – determinandone la chiusura dal 31 ottobre. Nata nel 1985 per applicare la legge Basaglia, la cooperativa per quarant’anni ha dato lavoro a pazienti ed ex pazienti.
“È una scelta che azzera con un atto amministrativo un’esperienza di reinserimento unica in città. Il Fatebenefratelli – sostengono Roberta Meazzi e Nadia Lazzaroni, segretarie della Fp Cgil Brescia – lascia insoluti i debiti verso la cooperativa e scarica sei lavoratori fragili della portineria diurna, senza alcuna alternativa. Un colpo durissimo per famiglie monoreddito, persone invalide, lavoratrici e lavoratori stranieri. La dignità del lavoro e il diritto alla salute mentale non possono essere liquidati a colpi di bilancio”.
Come spiegano le due sindacaliste, ora l’appalto verrà affidato ad una azienda profit multinazionale e per “molti lavoratori e lavoratrici che vedono Il Melograno come una famiglia si sentiranno letteralmente privati di un pezzo della loro vita”.
Meazzi specifica: “Si cancella un’esperienza che ha garantito servizi essenziali e percorsi riabilitativi veri. Il Fatebenefratelli parla di missione, ma smantella l’unica realtà che la incarnava. Non solo: non paga i debiti verso la cooperativa, con gravi ritardi sui riconoscimenti economici dovuti. È un tradimento della propria stessa missione”.
Lazzaroni aggiunge: “A Brescia la salute mentale è frammentata, sottofinanziata, sempre in fondo alle priorità. Il Melograno che chiude è il simbolo di un sistema che risparmia oggi sui più deboli e domani fa pagare molto di più allo Stato e alla collettività. Sei persone fragili restano senza prospettive lavorative. Si parla di budget di salute mentale come innovazione, ma resta uno slogan da convegno. Intanto pazienti, famiglie e lavoratori pagano il prezzo più alto”.