
Fp Cgil e Cgil Lombardia: “Servono investimenti, personale e prevenzione: la salute mentale è anche salute sociale”
17 ott. 2025 – La Giornata mondiale della salute mentale, celebrata lo scorso 10 ottobre, ha riaperto un tema che dovrebbe restare al centro ogni giorno: la salute mentale non è un’emergenza da calendario, ma un diritto da garantire con continuità.
In Italia, i Dipartimenti di salute mentale riescono a seguire quasi solo i casi più gravi e cronici. Chi manifesta i primi segnali di disagio resta spesso senza risposta pubblica, perché la gran parte delle risorse è assorbita dalle urgenze, mentre la prevenzione si è progressivamente ridotta. In Lombardia questa criticità è amplificata da una spesa sanitaria tra le più basse del Paese – appena il 2,8% del fondo regionale – e da una carenza strutturale di personale. Le conseguenze sono chiare: tempi d’attesa lunghi, percorsi discontinui, disuguaglianze territoriali nell’accesso alle cure.
A farne le spese sono le persone e le famiglie, spesso lasciate sole a fronteggiare situazioni che richiederebbero ascolto, continuità e servizi di prossimità.
Nei servizi, le lavoratrici e i lavoratori della salute mentale vivono ogni giorno la contraddizione tra il dovere di accogliere e l’impossibilità di farlo con strumenti adeguati. Turni estenuanti, carichi emotivi e un sistema fondato sempre più su appalti ed esternalizzazioni mettono in difficoltà chi garantisce la cura. In troppi casi, personale precario o assunto tramite cooperative tiene insieme, da solo, le fragilità del sistema e quelle delle persone. È qui, in particolare, che il diritto alla cura si intreccia con il diritto a lavorare bene.
Solo il 3% del Fondo sanitario nazionale è destinato alla salute mentale, mentre in Europa la Francia investe il 15%, la Germania l’11% e il Regno Unito il 10%. In Lombardia mancano tante professionalità dedicate: almeno 300 psichiatri e oltre 2.000 tra psicologi, educatori, infermieri e assistenti sociali.
“La salute mentale non può essere un lusso –, dichiarano Fp Cgil e Cgil Lombardia –. Servono risorse certe, personale stabile e una rete pubblica di psicoterapia accessibile a ogni persona”.
Il sindacato del quadrato rosso chiede un piano straordinario di assunzioni, il potenziamento dei servizi territoriali e la presenza stabile di figure psicologiche nelle scuole e nelle università. “Non basta curare: bisogna prevenire, costruendo una rete di prossimità capace di intercettare il disagio prima che diventi sofferenza”, avvertono Fp e Cgil Lombardia.
Proponendo una visione di salute mentale di comunità, fondata su prossimità, libertà e diritti: dove la prevenzione e l’inclusione sociale contano quanto la terapia, e dove il benessere delle persone non dipende dal reddito ma dalla qualità delle relazioni e dei servizi pubblici.
Per Cgil e Fp Cgil Lombardia, salute mentale e salute sociale sono inseparabili. Frammentazione del lavoro e ricorso crescente agli appalti, disoccupazione, precarietà, isolamento, marginalità abitativa ed educativa alimentano il disagio e minano la coesione delle comunità.
“Investire in salute mentale significa ricucire il tessuto sociale, restituire dignità e sicurezza a chi lavora e a chi vive in condizioni di fragilità e non solo ”, evidenziano.
Un impegno che prosegue nella mobilitazione del 25 ottobre a Roma, alla manifestazione nazionale della Cgil con la rete La Via Maestra “Democrazia al lavoro”, per chiedere che le risorse oggi destinate a riarmo e rendite vengano dirottate, invece, tra le priorità, su sanità, salute mentale, welfare.
Solo assumendosene davvero la responsabilità, la salute mentale potrà – come deve – essere ogni giorno un diritto per tutte e tutti.