30 Oct 2025
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Oglio Po, l’ospedale che muore in silenzio

card oglio po fp cgil cremona

Privatizzazioni mascherate, personale sfinito e una direzione che parla di mancanza di “certezze”. La denuncia della Fp Cgil Cremona con il segretario generale Luca Dall’Asta: “Un presidio pubblico svuotato pezzo dopo pezzo”

L’Oglio Po, presidio sanitario tra Cremona e Mantova, è il simbolo di una sanità pubblica che si ritira a piccoli passi, mentre la retorica istituzionale parla di centralità e di efficienza. Eppure, quando un ospedale si svuota, non perde solo chi ci lavora ma un’intera comunità, che resta senza garanzie.

Ne sa qualcosa Luca Dall’Asta, segretario generale della Fp Cgil Cremona, che di quell’ospedale è anche dipendente, in qualità di infermiere.

Cosa ha fatto scattare l’allarme questa volta?

“Abbiamo scoperto annunci online di soggetti privati alla ricerca di infermieri e un coordinatore infermieristico per il reparto di Medicina Generale che, in pratica, si vuole interamente appaltare dal punto di vista gestionale. La direzione ha tentato di ridimensionare il fatto, parlando di “mandati esplorativi”. Ma la verità è semplice: si sta privatizzando un pezzo di sanità pubblica, in silenzio”, risponde Dall’Asta.

Non è un caso isolato, vero?

“No, è un capitolo di una storia lunga. L’Oglio Po è stato progressivamente depotenziato: chirurgia e ortopedia accorpate, punto nascite chiuso, posti letto in Medicina Generale passati da 60 a 48, servizio Oss (operatori socio sanitari) appaltato, cardiologia in altalena gestionale, senologia cancellata. Non sono eventi casuali, ma un disegno coerente di riduzione e svuotamento”.

Perché la ritrosia della Direzione a dare informazioni in merito?

“La Direzione dice che ‘non vi sono ancora certezze’. Per noi è inaccettabile e anche poco credibile. Quando un’azienda pubblica rifiuta di dire la verità ai propri dipendenti e ai cittadini, significa probabilmente che la verità è scomoda. Temiamo che l’obiettivo sia proseguire con altri appalti, evitando un confronto trasparente. Nel frattempo – aggiunge il segretario generale – il prossimo 15 dicembre è stato convocato un incontro in Prefettura, su iniziativa dello stesso Prefetto di Cremona, per fare il punto sulla situazione”.

Ma non c’è anche qualche segnale positivo per l’Oglio Po?

La riattivazione dei quattro posti letto dell’Unità di Cura Cardiologica, dal 1° novembre, è una buona notizia. Ma non basta. Il resto dell’ospedale continua a perdere servizi. E ora si parla di laboratorio analisi e centro trasfusionale: con i prossimi pensionamenti, rischiano di essere trasferiti a Cremona. Sarebbe un altro colpo mortale per il territorio”.

Le lavoratrici e i lavoratori come sta vivendo tutto questo?

“Male. Sono sfiniti e mortificati. Ferie ridotte, carichi di lavoro insostenibili, nessuna politica di attrattività o di fidelizzazione da parte dell’Asst di Cremona. Inoltre, ampliando lo scenario, non basta indire concorsi se poi il contratto nazionale non garantisce dignità e prospettive. Mi riferisco a quel ccnl indecoroso sottoscritto lo scorso 27 ottobre, ma non dalla Fp Cgil. Quel contratto è un passo indietro per chi lavora nella sanità pubblica”.

In conclusione?

“Quando un Direttore Generale si mostra più impegnato nelle cerimonie di donazione o nella promozione del nuovo ospedale di Cremona, mentre l’Oglio Po affonda, non facciamo allarmismo: denunciamo la realtà. Per questo chiediamo che la difesa di questo presidio ospedaliero diventi una battaglia collettiva. Chiediamo che i sindaci del territorio si espongano, che la cittadinanza partecipi, che le lavoratrici e i lavoratori facciano sentire la propria voce. Questo ospedale rappresenta il diritto alla salute di un’intera comunità e non possiamo permetterne il declino irreversibile: se silenzio e indifferenza continueranno, rischiamo di perdere per sempre un pezzo di sanità pubblica”.