5 Nov 2025
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Provincia di Cremona / Firmato il nuovo contratto integrativo

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Agosti (Fp Cgil): “Più risorse e progressioni per 281 dipendenti. Un risultato vero, che ridà valore al lavoro pubblico. Ma il nodo resta nazionale: il nuovo contratto delle Funzioni Locali non è all’altezza”

5 nov. 2025 – Alla Provincia di Cremona è stato firmato il nuovo contratto integrativo. L’accordo odierno, frutto del lavoro di Fp Cgil e Rsu, aumenta il fondo per il salario accessorio e apre la strada a nuove progressioni economiche per circa 281 lavoratrici e lavoratori.

“Dopo anni di attesa, un segnale concreto di valorizzazione del personale”, esordisce Chiara Agosti, segretaria Fp Cgil Cremona.

È stata una trattativa complicata?

“Abbiamo fatto una contrattazione vera, con confronto e responsabilità – risponde la sindacalista -. Siamo riusciti a ottenere più risorse del previsto e a rivedere il piano neve, redistribuendo fondi a vantaggio di tutti i dipendenti. Un passo avanti per la dignità e il valore del lavoro pubblico”.

Il Decreto PA ha aiutato?

“Sì, ha permesso di aumentare i fondi destinati al salario accessorio. Ma il vero risultato nasce dal confronto con l’amministrazione, che ha riconosciuto il ruolo centrale del personale e la necessità di un dialogo sindacale serio”.

La questione dei Centri per l’Impiego resta aperta. Cosa chiedete?

“In Lombardia i Cpi dipendono ancora dalle Province, una scelta che pesa sui servizi e sul personale. Le lavoratrici e i lavoratori affrontano carichi di lavoro altissimi e stipendi diversi rispetto al resto d’Italia. Con la Rsu abbiamo avviato tavoli per chiedere più risorse, riconoscimento professionale e condizioni di lavoro eque”.

Cosa resta da fare ora?

“Il contratto decentrato segna un passo avanti. Il problema è il contratto nazionale. Il nuovo ccnl delle Funzioni Locali non l’abbiamo firmato come Fp Cgil: con un aumento del 6% a fronte di un’inflazione al 16%, le persone perdono dieci punti in busta paga. Le lavoratrici e i lavoratori non possono aspettare il 2028 per vedersi riconosciuto ciò che spetta oggi. Servono risorse vere, subito, e una politica che smetta di trattare il lavoro pubblico come una spesa da tagliare”, dichiara Agosti.