Uffici svuotati, stress in aumento e strumenti da museo: la Fp Cgil denuncia “l’emergenza permanente che il Ministero non vuole vedere”
6 nov. 2025 – C’è un pezzo di pubblica amministrazione che lo Stato ha smesso di vedere. Si chiama Archivio Notarile. Dentro, pochi lavoratori e lavoratrici tengono in piedi un sistema esausto, tra arretrati, ruoli impropri e stress non tutelato.
È quanto emerso nell’assemblea regionale online convocata dalla Fp Cgil Lombardia lunedì 3 novembre, dopo la denuncia partita da Milano.
“Se da Milano si manda personale a coprire le altre città, immaginate come sono messe quelle sedi – osserva Cesare Bottiroli, segretario della Fp Cgil metropolitana -. Ciò che vent’anni fa era un’emergenza temporanea ora è diventato la regola e logora tutte e tutti”.
Milano lavora con meno della metà del personale previsto; Brescia conta quattro persone su dieci; a Sondrio resta un solo ausiliario e un comandato. Gli uffici sono bloccati da centinaia di pratiche inevase, ferie e formazione saltano, e chi resta si ritrova a fare il dirigente senza esserlo.
“Funzionari che devono firmare, vengono considerati responsabili della sicurezza e della contabilità senza alcuna capacità di spesa – spiega Dino Pusceddu, segretario della Fp Cgil Lombardia -. Quando qualcosa va storto vengono chiamati a risponderne in modo illegittimo. Lo Stato si chiama fuori, ma continua a pretendere”.
Gli organici sono ridotti all’osso: “In molti uffici ci sono una o due persone – aggiunge Pusceddu -. Ci sono arretrati enormi, turnazioni forzate e livelli di stress mai valutati nel Dvr, il Documento di valutazione dei rischi. È un sistema che non regge più”.
Alla scarsità di personale si somma la tecnologia ferma a un’altra epoca: registri ancora scritti a mano e moduli online improvvisati. “Per far funzionare i servizi – continua il segretario regionale – le lavoratrici e i lavoratori usano software autoprodotti, con rischi enormi per la privacy e la sicurezza dei dati. È l’autogestione digitale del vuoto ministeriale”.
Bottiroli propone la creazione di un “libro bianco” che raccolga le criticità lombarde e le renda pubbliche: “Gli Archivi sono trattati come un problema minore, solo perché pochi. Ma senza assunzioni straordinarie e strumenti moderni si rischia la paralisi. Serve una vertenza vera, non altre misure tampone”.
Il tema salariale resta aperto. “Il contratto 2022-2024 delle Funzioni Centrali non ha recuperato il potere d’acquisto perso -sottolinea Pusceddu -. Senza valorizzazione professionale nessuno vorrà lavorare qui, e chi resta si consuma di frustrazione”.
A dare peso alla denuncia, Mimmo Silipigni, coordinatore regionale del Ministero della Giustizia per la Fp Cgil: “Gli archivi notarili non sono un costo, ma una fonte stabile di entrate per lo Stato. Portano contributi consistenti alle casse pubbliche, eppure vengono trattati come un settore marginale. È come se lo Stato trascurasse una sua fabbrica di introiti invece di metterla nelle condizioni di funzionare al meglio”.
L’assemblea ha affidato alla Fp Cgil Lombardia il mandato unitario di rappresentare tutte le sedi notarili della regione nel confronto con il Ministero, dentro la più ampia mobilitazione nazionale delle Funzioni Centrali.
Il percorso è tracciato: un documento unitario con le rivendicazioni, vertenze mirate ed incontri per rendere pubblico lo stato di abbandono nel quale versano gli archivi notarili.
“Gli archivi notarili non sono un dettaglio amministrativo – conclude Bottiroli -. Sono un servizio di legalità e memoria civile. Difenderli significa difendere la certezza dei diritti di tutte e tutti. Ed è questo, oggi, che lo Stato non può più permettersi di ignorare”.