Il segretario Lello Tramparulo all’Assemblea Generale Fp Cgil Lombardia: dalla mobilitazione per la pace allo sciopero del 12 dicembre. Eletti Bonfanti e Fimiani, esce Guarneri
13 nov. 2025 – È stato un anno complesso e impegnativo, dal rinnovo delle Rsu alle piazze contro le guerre, fino allo sciopero generale. Lello Tramparulo, segretario generale della Fp Cgil Lombardia, ha tracciato oggi, davanti all’Assemblea Generale della categoria regionale, un bilancio politico netto: il sindacato deve riconquistare il ruolo di “autorità salariale” attraverso i contratti nazionali, mentre il governo smantella pezzo per pezzo il welfare pubblico.
“Il 2025 si avvia a concludersi”, ha esordito Tramparulo, ringraziando le delegate e i delegati per “l’immenso lavoro” svolto nelle elezioni Rsu dei comparti pubblici e dell’igiene ambientale (dove sono stati eletti anche i rappresentanti alla sicurezza), che hanno confermato il primato delle liste Cgil. Ma è sulla mobilitazione autunnale che il segretario ha insistito con forza: dalla manifestazione del 25 ottobre a Roma (“un grande e colorito corteo”) fino al prossimo sciopero generale della Cgil del 12 dicembre, passando per le piazze per la pace in Palestina e Ucraina.
“Di fronte a un massacro di civili – donne e bambine in primis – il sindacato non ha solo il dovere, ma l’obbligo morale di mobilitarsi, alzando la voce dell’indignazione contro tutte le guerre e ribadendo con forza che senza pace non può esservi giustizia sociale”, ha detto il segretario, sottolineando anche la partecipazione attiva dei giovani. “Proprio quei giovani, con il loro desiderio di un mondo diverso, devono interrogarci su come allargare sempre di più il coinvolgimento della società civile”.
La legge di bilancio e il collasso della sanità
Ma è sull’analisi della manovra economica che la relazione si è fatta più tagliente. La legge di bilancio 2026 “si muove in un quadro di risorse limitate (circa 20 miliardi), con un incremento del Pil previsto dello 0,1%, confermando un Paese che non cresce”. Le priorità del governo – rispetto dei vincoli europei sul deficit per emettere Eurobond destinati “prevalentemente alla spesa per la difesa e il riarmo, non a investimenti produttivi o sociali” – condannano il Servizio sanitario nazionale a un destino segnato.
I numeri sono impietosi: il fabbisogno sanitario nazionale per il 2026 è fissato “ad appena il 6,15% del Pil”, con una traiettoria discendente fino al 5,93% nel 2028. “Si tratta di un livello minimo storico”, ha denunciato Tramparulo, che avrà “ricadute significative su sostenibilità e qualità dei servizi territoriali e ospedalieri, tenuta delle dotazioni organiche e capacità assunzionale, possibilità di stabilizzazione del personale precario”.
Sul fronte contrattuale, la situazione è altrettanto critica. Ad esempio, Tramparulo ha segnalato che le misure fiscali sul salario accessorio scorrono “fuori dalla cornice dei CCNL, indebolendone il ruolo di autorità salariale”. Di fronte a questo scenario, ha aggiunto, “non possiamo che rispondere che non intendiamo abituarci a rinunciare al nostro ruolo di soggetto della contrattazione”.
Tramparulo ha poi affrontato il tema della povertà lavorativa: “Stipendi troppo bassi rendono poveri anche coloro che lavorano. La crescita della povertà lavorativa nel nostro Paese è ormai strutturale: la categoria dei working poor – persone con un lavoro regolare ma che non raggiungono un reddito sufficiente per vivere dignitosamente – è in costante aumento. Pretendere un salario dignitoso rappresenta la nostra priorità”.
Una nota positiva arriva dal fondo perequativo istituito dal ministro Zangrillo per compensare gli effetti del decreto PA: inizialmente previsto a 150 milioni di euro, nel testo finale le risorse sono state ridotte e distribuite su due esercizi (50 milioni nel 2027 e 50 milioni nel 2028). “Una prima risposta – anche grazie alle nostre iniziative – certamente non risolutiva, che conferma la bontà delle nostre scelte e la necessità di modificare l’impianto delle risorse destinate ai rinnovi contrattuali”, ha commentato Tramparulo.
La rottura con la Uil e la strategia nei luoghi di lavoro
La firma dei contratti Funzioni Centrali e Funzioni Locali da parte della Uil rappresenta, secondo Tramparulo, “un elemento di fragilità del fronte sindacale confederale”, proprio quando servirebbe “ritrovare quell’unità di rivendicazione che potrebbe smuovere l’inerzia di questo Governo”. In compenso, “tiene il fronte sul CCNL della Sanità pubblica”, e la riapertura dei tavoli 2025-2027 annunciata dal ministro Zangrillo “rappresenta per noi un’occasione decisiva per la valorizzazione del lavoro pubblico”.
Essere fuori dai tavoli di contrattazione decentrata, ha spiegato il segretario generale, impone di ripensare la presenza del sindacato nei luoghi di lavoro. La risposta passa per la partecipazione, la formazione e il coinvolgimento delle delegate e dei delegati Rsu, dando spazio anche a temi come salute, sicurezza e benessere organizzativo. E, ha aggiunto, occorre “agire con maggiore forza sulla leva vertenziale quale strumento di rivendicazione e difesa dei diritti”.
Tramparulo ha anche richiamato l’attenzione sul tema occupazionale: “È urgente garantire la stabilità dei lavoratori precari della giustizia (in sciopero, insieme al personale di ruolo, il prossimo 5 dicembre – ndr) e del pubblico impiego, continuando a contrastare ogni forma di precarietà. Serve un piano strutturale di stabilizzazioni per assicurare continuità amministrativa e qualità dei servizi”.
Il nodo della sanità privata accreditata
Come spiegato nella relazione, dopo mesi di confronto con Aris e Aiop regionali, è stato prodotto un documento condiviso per chiedere alla Regione l’apertura del tavolo nazionale per il rinnovo dei contratti della Sanità privata e Rsa-Cdr.
“Per noi la vertenza per il rinnovo del CCNL Sanità Privata non è solo contrattuale, ma profondamente politica”, ha chiarito Tramparulo. “Riguarda la tenuta del modello lombardo e nazionale di integrazione pubblico-privato, la qualità dell’assistenza, la stabilità degli organici, la capacità del sistema di rispondere alla domanda crescente di salute”. E ha rivendicato con forza: “Ogni incremento di risorse pubbliche destinato agli erogatori privati sia vincolato alla sottoscrizione del contratto e al miglioramento delle condizioni retributive e normative del personale. In assenza di questo vincolo, qualsiasi aumento di finanziamento rischia di tradursi esclusivamente in margini per le imprese”.
Il 12 dicembre e i mesi decisivi
Lo sciopero generale della Cgil del 12 dicembre, “per il rinnovo dei contratti nazionali e contro politiche di bilancio restrittive”, ha come obiettivo della categoria “la riconquista dei CCNL, cardine della coesione e della tutela collettiva”.
Prima ancora, il 10 dicembre, sciopereranno le lavoratrici e i lavoratori dell’igiene ambientale “per rivendicare un contratto dignitoso”, un segnale di come “nei servizi pubblici locali si stia consolidando un livello di conflittualità crescente, alimentato anche dal mancato allineamento delle risorse nazionali ai fabbisogni reali”.
“Questa non è una legge di bilancio che produce effetti immediati: va spiegata alle lavoratrici e ai lavoratori – ha avvertito Tramparulo -. Ciò che concretamente manca è una prospettiva per il sistema Paese, dove si dà poco in cambio di tanto in termini di crescita salariale e di servizi pubblici; uno Stato che si fa sempre più leggero e si ritira progressivamente, lasciando da soli i cittadini”.
In chiusura, Tramparulo ha insistito su un punto: “Senza contratti rinnovati, adeguatamente finanziati e universalmente applicati, viene meno la funzione redistributiva, regolatoria e di coesione che la contrattazione nazionale assicura al Paese”. E ha fatto un appello finale: “Abbiamo davanti mesi decisivi. La nostra iniziativa deve essere chiara, coerente e riconoscibile: difesa della contrattazione nazionale; investimenti nel lavoro pubblico; stabilizzazioni; rinnovo dei contratti; rafforzamento del Ssn; tutela dei servizi essenziali. Su questi pilastri vogliamo costruire una nuova stagione sindacale, capace di restituire centralità al lavoro e dignità a chi ogni giorno garantisce funzioni fondamentali per la vita del Paese. La sfida è impegnativa, ma abbiamo la forza, l’esperienza e la credibilità necessarie per affrontarla. Allora, compagne e compagni, al lavoro e alla lotta”.

Da sinistra: Americo Fimiani, Lello Tramparulo, Isa Guarneri, Federico Bozzanca (Fp Cgil Naz.), Dino Pusceddu, Valentina Cappelletti (Cgil Lombardia), Alexandra Bonfanti, Sabrina Negri
Subito dopo la relazione, l’Assemblea ha eletto Alexandra Bonfanti, già segretaria della Fp Cgil Milano, e Americo Fimiani, segretario generale della Fp Cgil Pavia, come nuovi componenti della segreteria regionale, accanto al segretario generale Tramparulo, a Sabrina Negri e Dino Pusceddu. Isa Guarneri, finora segretaria organizzativa, rientra alla Fp Cgil milanese.