20 Nov 2025
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Assistente infermiere: un rattoppo che disorienta i servizi sanitari e sociosanitari. Fp Cgil Lombardia: “Un altro smacco per la professione infermieristica”

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Milano, 20 novembre 2025 – La Fp Cgil Lombardia esprime una contrarietà netta alla risoluzione con cui Regione Lombardia accelera sull’introduzione dell’Assistente infermiere, la figura prevista dal DPCM del 28 febbraio 2025, collocata a metà tra infermiere e operatore socio sanitario.

È doveroso ricordare che questo profilo, peraltro, è stato introdotto nell’ultima fase del confronto nazionale sul contratto nazionale della Sanità pubblica senza nessuna discussione con le organizzazioni sindacali.

Questa scelta non rafforza i servizi: li complica. E apre criticità che rischiano di pesare sulle persone assistite e sulle lavoratrici e sui lavoratori.

Il percorso formativo previsto (circa 500 ore) è troppo breve per attività che sfiorano l’ambito infermieristico. Le competenze necessarie per garantire sicurezza clinica non possono essere condensate in una durata così ridotta, nemmeno con un tirocinio ampliato. Così si generano le condizioni per: abbassare gli standard assistenziali; esporre le persone più fragili a maggiore rischio; creare un profilo che non ha una preparazione adeguata rispetto alle responsabilità attribuite.

L’assistente infermiere introduce un livello ibrido che si sovrappone alle competenze delle professioni infermieristiche e le confonde con quelle degli Oss. Questo produce ambiguità nei processi di lavoro, con la responsabilità di questa figura scaricata totalmente su infermieri già in fibrillazione perché sotto organico. Inoltre è probabile che le direzioni aziendali andranno in difficoltà nella definizione di mansionari e responsabilità.

Senza un quadro giuridico chiaro, il rischio è quello di lasciare lavoratrici e lavoratori esposti, mentre la qualità dell’assistenza si frammenta.

La figura nasce senza un inquadramento contrattuale definito e senza una retribuzione proporzionata alle funzioni attribuite. Si chiede di svolgere compiti vicini a quelli infermieristici, ma senza una tutela coerente sul piano professionale, salariale e organizzativo.

L’assistente infermiere viene presentato come soluzione alla difficoltà di reperire professioniste e professionisti infermieristici. La realtà è diversa: si tratta di una soluzione tampone, che non affronta i nodi strutturali ma rischia di peggiorarli.

Le priorità, per la Fp Cgil, sono chiare: aumentare i posti nelle lauree infermieristiche; valorizzare e riqualificare gli OSS, investendo sulla loro professionalità; migliorare le condizioni di lavoro del personale infermieristico, oggi schiacciato da carichi insostenibili e stipendi poco attrattivi.

Senza questi interventi, si scivola verso un modello che indebolisce la sanità pubblica e i servizi socio sanitari assistenziali anziché rafforzarli.

Come Fp Cgil Lombardia vigileremo, ponendo la massima attenzione su ogni fase dei percorsi formativi coordinati da Polis-Lombardia e l’Accademia di Formazione per il Servizio Sociosanitario Lombardo (AFSSL). Chiediamo un monitoraggio vero, con dati trasparenti e un confronto con le organizzazioni sindacali.

Difendere la qualità della cura e dell’assistenza significa investire nelle professioni, non creare scorciatoie. Saremo presenti e determinati, sulla salute delle persone non si sperimenta.

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