“Se vogliamo fermare l’esodo occorre agire sui salari e restituire dignità economica”, dice la segretaria generale Fp Cgil provinciale Teresa Elmo
25 nov. 2025 – L’Asst Lecco non rischia di diventare un caso: lo è già. Ogni mese la struttura perde professionalità fondamentali. Personale infermieristico, Oss, tecnici di laboratorio e di radiologia se ne vanno, mentre i turni restano tirati con appena il numero di persone necessario a far funzionare i reparti, facendole annaspare.
La denuncia arriva dalla Fp Cgil lecchese, con la segretaria generale Teresa Elmo, che sostiene la Rsu e ricorda un passaggio emblematico: il sindacato è dovuto arrivare fino al Tribunale. “Una sentenza ha condannato l’Asst per aver imposto a un infermiere turni di pronta disponibilità oltre i limiti contrattuali”.
Una vicenda che dice molto sulla tenuta dei diritti e sulla gestione del lavoro.
Mentre le lavoratrici e i lavoratori faticano persino a fare una pausa fisiologica, spesso mangiando nelle cucine dei reparti, con il campanello delle persone degenti sempre pronto a suonare, la direzione propone la soluzione delle “pause attive”.
“Una trovata che provoca una smorfia amara – commenta Elmo -. Le ‘pause attive’ sono del tutto fuori contesto, calate dall’alto, lontane dalla quotidianità. Vanno garantite le pause vere e gli spazi adeguati per affrontare davvero il tema centrale del benessere organizzativo!”.
Le criticità sono numerose. La prima riguarda la mancanza di operatrici e operatori socio-sanitari nelle aree più critiche, come le Medicine: “Chiediamo da tempo Oss dedicati alla giornata. Nessuna risposta”, evidenzia la segretaria generale.
Poi c’è il nodo del territorio: “Molte attività sono state accentrate negli ospedali, generando traffico, parcheggi inesistenti per chi fa i turni e condizioni di lavoro ingestibili. È un sistema che si auto-ingolfa”.
Il problema è organizzativo e comunicativo. “Ad esempio, in alcuni reparti manca un puntuale controllo della pianificazione e fruizione delle ferie”, segnala Elmo.
A tutto questo si aggiunge l’assenza totale di politiche abitative per chi arriva da fuori provincia, un elemento che pesa sulla permanenza del personale e sulla capacità dell’Asst di trattenere nuove professionalità. “Per questo come Fp Cgil insistiamo su un pacchetto preciso di misure: rivedere i turni garantendo pause reali, attivare spazi idonei, inserire Oss aggiuntivi, riorganizzare i servizi territoriali, vigilare sull’organizzazione del lavoro e avviare interventi che rendano l’Asst sostenibile per chi ci lavora”, ribadisce Elmo.
Il 12 dicembre, con lo sciopero generale della Cgil, la vertenza lecchese entra in un quadro più ampio. “È in gioco il Servizio Sanitario Nazionale – afferma Elmo -. La legge di bilancio non affronta la carenza di personale e mette a rischio diritti fondamentali. Servono investimenti veri, contrastando la corsa al riarmo che sottrae risorse a sanità e welfare. Per fermare l’esodo dalla sanità pubblica occorre aumentare i salari e restituire dignità economica a chi garantisce ogni giorno servizi essenziali”.
Poi l’affondo finale: “Asst Lecco non ha bisogno di ‘attivarsi’ per cinque minuti. Ha bisogno di svegliarsi del tutto. Finché la dirigenza scambierà gli slogan per soluzioni, la sanità pubblica continuerà a sfaldarsi. Il 12 dicembre saremo in tante e tanti in piazza”.