Stabilizzazioni, investimenti e dignità professionale al centro della mobilitazione. Al presidio in piazza Vidoni a Roma una delegazione lombarda con il segretario regionale Dino Pusceddu
Al presidio nazionale di piazza Vidoni a Roma, con la partecipazione del segretario generale Cgil Maurizio Landini, era presente anche una delegazione lombarda, con il segretario regionale Dino Pusceddu, i coordinatori regionali Andrea De Santo (Dap) e Mimmo Silipigni (Dog), dirigenti sindacali e delegati Rsu, fra cui Massimiliano Sottile, Assistente giudiziario Unep Mantova.
Durante la mobilitazione si è svolta anche la consegna ufficiale, agli onorevoli Andrea Casu, Marco Sarracino e Rachele Scarpa, delle firme per la stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori precari Pnrr Giustizia raccolte nei mesi scorsi dalla Fp Cgil.
Il sindacato chiede investimenti strutturali, valorizzazione delle competenze e stabilizzazione di tutte le persone precarie Pnrr, molte delle quali rischiano il posto a fine giugno 2026. Gli interventi hanno restituito un quadro critico: organici insufficienti, figure precarie in bilico, uffici in condizioni insalubri, attrezzature inadeguate. Professionalità non riconosciute e carichi di lavoro crescenti spingono anche personale con lunga anzianità a cercare un futuro altrove, come nei concorsi delle altre amministrazioni pubbliche.
La Fp Cgil nazionale ha rivendicato il risultato della giornata: “Lo sciopero di oggi è stato un successo: lavoratrici e lavoratori del ministero della Giustizia hanno incrociato le braccia in tutt’Italia per sollecitare valorizzazione delle competenze e delle professionalità, stabilizzazione di tutti i precari, investimenti in strumentazioni, innovazione e nella dignità del lavoro”.
Resta centrale la vertenza sul Pnrr. “Ad oggi il governo lascia a casa 9.000 lavoratrici e lavoratori precari PNRR della Giustizia: altro che stabilizzazione, quella promossa dall’esecutivo è una ennesima procedura selettiva che serve solo a decidere chi continuerà a lavorare e chi no”. Una scelta che contraddice l’obiettivo di una giustizia “più veloce ed efficiente”, perché “si mandano a casa i lavoratori di un ministero che già di per sé ha punte di sottorganico di oltre il 50% che mettono a rischio chiusura i servizi di Tribunali e Corti d’Appello”.
Secondo la Fp Cgil, “ci sarebbero gli spazi per stabilizzare tutti i precari, quelli del PNRR così come quelli a 18 ore dell’Obiettivo Convergenza delle regioni del sud, e fare nuove assunzioni” nei settori più in sofferenza del Dap e del Dgmc, coinvolgendo funzionari contabili, personale del servizio sociale, tecnici, figure giuridico-pedagogiche, educatori, assistenti amministrativi.
A margine del presidio, Dino Pusceddu ha parlato di “una rivoluzione necessaria negli uffici di tutto il sistema Giustizia per cambiare la manovra economica. La legge di bilancio deve stanziare risorse per dare un contratto a tempo indeterminato a tutte le operatrici e operatori senza alcuna interruzione dei rapporti di lavoro, per nuove assunzioni che garantiscano i servizi, per la valorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori di ruolo, le indennità adeguate. Servono investimenti in sedi e tecnologie. Serve investire nella Giustizia come diritto costituzionale. Le ragioni della protesta proseguiranno nello sciopero generale della Cgil del 12 dicembre – aggiunge -, che per la categoria significa rivendicare la difesa, il rispetto e il rafforzamento dei servizi pubblici e dei diritti di cittadinanza”.