Ronchi (Fp Cgil): “un buon risultato”
7 ago. – Siglata ieri l’ipotesi di integrativo aziendale 2019-2021 per i circa 600 lavoratori e lavoratrici del comparto dell’Ats di Brescia. Per Stefano Ronchi, segretario Fp Cgil, si tratta di “un buon contratto integrativo, che riesce a coniugare le novità dell’ultimo contratto nazionale della sanità pubblica e quindi lo riteniamo un buon risultato”. Tra i punti principali della pre-intesa sono, per quanto riguarda la parte economica, “il passaggio di fascia per tutti i lavoratori – e qui va sottolineato che è il secondo passaggio di fascia in tre anni – e l’aver previsto un percorso per fascia massima per una cinquantina di lavoratori in categoria a, b, bs, c” racconta Ronchi. Poi ci sono le indennità. “Con un progetto sperimentale viene aumentata del 35%, pari a 300 euro annui, l’indennità Upg (ufficiali di polizia giudiziaria). Questa dei tecnici della prevenzione è una specificità professionale – osserva il sindacalista -. L’indennità per la pronta disponibilità ha invece un incremento del 40%. Entrambe sono una risposta importante sotto il profilo economico”. Insieme alla produttività, che in sostanza vede “riconfermata l’impostazione precedente, basata sulla valutazione dell’apporto ai progetti individuati dall’azienda”.
Per quanto riguarda la parte normativa, punti qualificanti dell’integrativo riguardano il welfare, la conciliazione dei tempi di vita e lavoro (“con la possibilità, in caso di gravi motivi familiari, di lavorare per 4 giorni e mezzo sulle 36 ore, da lunedì a venerdì”), il telelavoro. Vengono garantiti anche i crediti formativi Ecm e piani annuali di aggiornamento obbligatorio elaborati dall’Agenzia di tutela della salute.
Sono state invece rinviate a settembre due partite: quella sul welfare aziendale e quella sul regolamento e l’individuazione degli incarichi (ex posizioni organizzative e coordinamenti).