Altissima partecipazione alle due assemblee organizzate nella sede dell’Associazione La Nostra Famiglia di Bosisio Parini. Chiamati a raccolta lavoratrici e lavoratori di tutta la provincia. L’Associazione ha comunicato ai dipendenti, con lettera individuale, la disdetta del contratto Aris e il passaggio dal 1 febbraio 2020 al contratto Aris Rsa
30 gen. – “Questo atto dell’Associazione La Nostra Famiglia segna una rottura nel sentimento di appartenenza delle lavoratrici e dei lavoratori. Siamo molto molto arrabbiati, non ci sentiamo più famiglia”. Flavio Concil è alle dipendenze dell’ente, come impiegato, dal 5 novembre 2007, ed è anche delegato Rsu per la Fp Cgil. Oggi ha partecipato alle due assemblee organizzate alla sede di Bosisio Parini. “La prima, quella della mattina, con cambio sala per motivi di sicurezza, a causa dell’alta partecipazione. Ci siamo riuniti nell’aula magna – racconta Concil -. Dopo 13 anni che aspettiamo il rinnovo del contratto nazionale della sanità privata, ci viene comunicato che dal 1° febbraio passeremo al contratto Aris Rsa. Un contratto al ribasso che va a toccare i diritti e ad aumentare da 36 a 38 ore l’orario di lavoro settimanale, a parità di salario. È inaccettabile!”.
La Nostra Famiglia, presente in 6 regioni italiane, è considerata una perla nel settore della cura e riabilitazione delle persone con disabilità, specie in età evolutiva. “In Lombardia ha circa 1500 operatori, di cui circa 900 nella nostra provincia – racconta Lello Tramparulo, segretario generale Fp Cgil Lecco -. Siamo molto soddisfatti per l’enorme partecipazione alle due assemblee di oggi, complessivamente erano presenti più di 450 lavoratrici e lavoratori. Questo è il primo segnale all’Associazione, dopo la disdetta del contratto nazionale della sanità privata, ma anche ad Aris, rispetto a tutta la partita del rinnovo contrattuale”.
Ricordiamolo, il tavolo delle trattative per il nuovo contratto della sanità privata è stato fatto saltare bruscamente dall’altra controparte datoriale, l’Aiop, proprio quando si era in dirittura d’arrivo. “Appunto! Uno dei motivi che fanno più rabbia, in questa situazione, è il mancato rispetto delle relazioni sindacali. La decisione unilaterale dell’Associazione è stata un fulmine a ciel sereno: la Nostra Famiglia non ha mai fatto trasparire di avere l’intenzione di cambiare il contratto, non ha mai palesato di avere difficoltà. Per cui ci pare che si voglia sfilare da Aris per non applicare gli incrementi salariali del prossimo ccnl” sostiene Tramparulo.
Il dirigente sindacale racconta la delusione, la rabbia e l’indignazione manifestata da lavoratrici e lavoratori durante le assemblee: “si perde il contratto nazionale di riferimento, aumentano le ore di lavoro e il tutto viene passato pure come fosse una cortesia”. In che senso? “L’unica motivazione data è stata quella di voler migliorare l’organizzazione del lavoro”. E ora? “Ora la partita si gioca a livello nazionale. L’11 febbraio a Roma si terrà un incontro con i vertici aziendali. A sostegno di questo confronto oggi nelle assemblee è stato votato un ordine del giorno. Senza aperture dell’Associazione sarà indetto lo stato di agitazione. Chi lavora va rispettato!”.