3 Maggio 2020
In riferimento allo spiacevole episodio che vede come protagonista Giovanna Botteri, giornalista Rai che circa una settimana fa è stata oggetto di scherno per il suo modo di vestire e per la sua acconciatura, esprimiamo il nostro massimo sostegno.
Giovanna Botteri, inviata di guerra che con la sua professionalità ci ha tenuti collegati con le zone più pericolose del mondo, esperta di questione internazionali, grande corrispondente estera, nonché analista della politica italiana, è una donna che non ha bisogno di essere difesa perché la sua professionalità fa da schermo a qualunque tipo di attacco. Nonostante questo è necessario costruire insieme una rete di solidarietà e di condanna di attacchi di questo tipo, per far sì che il bodyshaming di cui è vittima non colpisca più né lei né altre donne.
Anche di fronte a tanta professionalità, quest’ultima sembra poter essere facilmente sacrificata in nome di modelli estetici arbitrari e poco rilevanti. Troppo spesso ci viene suggerito dalla società – e dalla comunicazione pubblica che ne è il riflesso – che il modello estetico, la conformità al pensiero dominante, l’omologazione, surclassano libertà e autodeterminazione, a partire dalle donne. Si fa ancora fatica a guardare le competenze, a riconoscere il valore della donna che, anche nel mondo del lavoro, occupa ancora uno spazio marginale nei ruoli dirigenziali e di guida del Paese.
Quanto ancora accade mette in evidenza ciò che pensiamo da tempo: che sia necessario mettere al centro dell’agenda politica del nostro paese una campagna culturale e di sensibilizzazione che parta dal rispetto delle persone. Vorremmo non dover ancora ribadire che è determinante, per una società, avere donne nei ruoli di direzione del Paese per superare definitivamente l’accentramento maschile nei ruoli di comando, e non avere politiche che rinuncino ad una visione di genere. Occorre un cambiamento della cultura organizzativa del lavoro e della società, che elimini ogni forma di discriminazione a svantaggio delle donne. Dobbiamo combattere le discriminazioni, a partire dai luoghi di lavoro.
Stiamo vivendo uno dei periodi più bui della storia degli ultimi cento anni. E lo stiamo vivendo insieme, nessuno escluso. Per questo ogni giorno ascoltiamo voci che parlano di come ne usciremo migliori, assistiamo a grandi gesti di solidarietà, di comunità, che fanno ben sperare che dopo tutto questo ci aspetti una società migliore. Eppure, nonostante le tante belle parole e gli intenti genuini, ci sono mostri ancestrali che non si riescono a scardinare. Tra questi alcune becere forme di discriminazione nei confronti della donna. In fondo ha ragione Giovanna Botteri: conta quello che le Donne hanno da dire, non come appaiono né come lo esprimono. Facciamoci Sentire. Grazie Giovanna.
fonte: https://www.fpcgil.it