L’intesa con Regione Lombardia è stata siglata questa notte, dopo la firma dell’accordo per il personale del comparto della sanità pubblica. Zecca (Fp Cgil): “parte saliente dell’intesa è la premessa-vincolo all’accordo economico”
27 mag. – Siglata questa notte l’intesa sulle risorse aggiuntive previste per l’emergenza Covid-19 tra Regione Lombardia e sindacati della dirigenza medica, sanitaria, veterinaria, professionale, tecnica e amministrativa.
“Sicuramente il ristoro economico non può lenire il dolore delle famiglie dei colleghi deceduti e tutti coloro che si sono ammalati in questa terribile pandemia, ma è solo un primo passo verso una migliore tutela che ha nella prevenzione il suo cardine principale “sostiene l’intersindacale lombarda, preannunciando che nelle prossime settimane il confronto verterà sull’uso di ulteriori risorse messe in campo dal Decreto Rilancio (Dl 34/2020).
L’accordo è stato firmato anche dal neo segretario della Fp Cgil Medici Lombardia Bruno Zecca che in prima battuta sottolinea non solo di aver ereditato la gran parte del lavoro negoziale svolto fin qui ma anche di aver apprezzato la “l’impegno da parte di tutte le sigle sindacali, nell’intento di giungere a un accordo unitario”.
Zecca spiega che “parte saliente dell’intesa è la premessa-vincolo all’accordo economico, con cui si prevede il confronto su determinati temi con Regione Lombardia, in merito a come si continuerà a lavorare nella fase 2. Il confronto regionale è disciplinato dal contratto nazionale ma la Lombardia lo ha sempre un po’ schivato. Ora il primo tavolo programmato è per il 4 giugno”.
Quali sono questi temi? “Le misure di sorveglianza sanitaria e di sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, puntando a prassi omogenee tra le aziende; in applicazione del Decreto Rilancio, il rafforzamento dell’assistenza territoriale – secondo una strategia di più lunga durata, che vada oltre il Covid-19 – e il riordino della rete ospedaliera; la gestione del rapporto di lavoro, in considerazione del diritto al recupero psico-fisico e alla conciliazione vita/lavoro, la fruizione di ferie e permessi, il ricorso al lavoro agile, l’eventuale riposo compensativo per chi impegnato su pazienti Covid nella fase di picco; il pagamento di prestazioni aggiuntive sia durante l’emergenza sanitaria sia per far fronte al progressivo recupero delle prestazioni da svolgere; il confronto regionale in applicazione al contratto nazionale per costruire relazioni sindacali adeguate; il monitoraggio di accordi incentivanti, da integrare a seconda di condizioni favorevoli a livello legislativo”.
Sulla partita economica? “Il premio complessivo è di circa 55 milioni di euro. Così distribuiti: 24 milioni per le risorse aggiuntive regionali, che vengono discusse ogni anno, e che prevedono una fascia unica di 1000 euro pro capite e, in aggiunta, 173 euro per i turnisti notturni; 10 milioni circa, dal decreto Cura Italia, per le condizioni di disagio (lavoro su turni notturni, festivi e reperibilità); 22 milioni circa stanziati da Regione con la Legge 9/2020 per premiare lo sforzo prodotto sotto emergenza pandemica. Qui creando delle fasce – precisa il sindacalista –, con una gradualità legata all’esposizione del rischio biologico e dell’impegno. Dallo fascia D (smart working , 375 euro pro capite) alla fascia A1 (unità di degenza Covid con assistenza ventilatoria invasiva, pronto soccorso e 118, attività con prevalente presenza di aerosol)”.
Zecca rimarca l’importanza della “grande professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori medici e dirigenti che ha contribuito, insieme a quella del personale del comparto, alla tenuta del sistema sanitario regionale all’impatto del virus”. (ta)