Lavoratrici e lavoratori somministrati in sanità scioperano il 24 luglio e scendono in piazza per rivendicare rispetto e diritti, e il riconoscimento del lavoro prestato accanto al personale dipendente del sistema sanitario. Le categorie confederali della fp lombarda danno supporto alla protesta e al presidio sotto la Regione
21 lug. – “La protesta delle lavoratrici e dei lavoratori somministrati in sanità è giusta, non ci sono né ci devono essere lavoratori di serie b”. Così Gilberto Creston, segretario Fp Cgil Lombardia, nel dare il pieno sostegno, insieme alle categorie di Cisl e Uil, allo sciopero generale indetto per venerdì 24 luglio dalle categorie confederali dei lavoratori atipici, Felsa-Cisl, Nidil-Cgil e Uil-Temp.
Fallito il tentativo di conciliazione dopo la proclamazione dello stato di agitazione nazionale del 9 luglio scorso, i sindacati hanno deciso di andare all’apice del conflitto con la giornata di sciopero, che vedrà contestuali presidi a Roma, Milano, Bologna, Torino e Pordenone.
A Milano l’appuntamento è sotto Palazzo Lombardia, dalle ore 10 alle 13.
“Abbiamo chiesto da tanto tempo a Governo e Regione Lombardia di dare riconoscimenti a lavoratrici e lavoratori somministrati sia sulla parte economica, con l’accesso ai premi di risultato, visto che concorrono al buon funzionamento dei servizi erogati dalle strutture sanitarie, sia sui percorsi di stabilizzazione occupazionale – afferma Mario Santini, coordinatore Nidil Cgil Lombardia -. Sono donne e uomini che non hanno ricevuto alcuna valorizzazione, nonostante la lunghissima esperienza e le competenze maturate. E nonostante i grandi sacrifici che hanno dovuto affrontare, fianco a fianco con i dipendenti della sanità, in questi ultimi drammatici mesi”.
In Lombardia le lavoratrici e i lavoratori somministrati in sanità sono circa 3500. “Sono un terzo di quelli a livello nazionale e sono distribuiti in modo disomogeneo: circa 1500 a Milano, 1000 a Pavia, il resto sul territorio regionale” precisa Santini.
“Come le operatrici e gli operatori dipendenti delle aziende sanitarie, pubbliche e private, anche i lavoratori somministrati hanno contribuito nelle Asst alla gestione dell’emergenza pandemica in Lombardia. Per questo, anche per loro, a Regione abbiamo congiuntamente richiesto un incontro che finora è stato negato. Ma noi insistiamo e insisteremo per questa giusta causa” sostiene Creston.
La protesta, oltre ai premi Covid da riconoscere, riguarda anche l’esclusione dai premi previsti dalla contrattazione decentrata e l’esclusione dalle quote riservate nei concorsi pubblici, indispensabili per la stabilizzazione di queste lavoratrici e lavoratori. (ta)